Pylos, due grandi tombe famigliari appena scoperte (Foto: UC Classic) |
Gli archeologi dell'Università di Cincinnati hanno scoperto due sepolture dell'Età del Bronzo, al cui interno è stato rinvenuto un tesoretto di gioielli e manufatti che permettono di indagare la vita nell'antica Grecia. Le tombe sono state rinvenute a Pylos, lo scorso anno, mentre si stava indagando l'area intorno alla sepoltura di un individuo chiamato il "guerriero del grifone".
Le tombe principesche sono state scavate per più di 18 mesi, erano disseminate di foglie d'oro che, un tempo, ricoprivano le pareti. Il "guerriero del grifone" prende nome dalla creatura mitologica - in parte aquila, in parte leone - incisa su una lastra d'avorio trovata nella tomba. In quest'ultima sono state rinvenute armi e gioielli d'oro. Tra gli oggetti vi era un'agata raffigurante un combattimento mortale, ribattezzato come un "capolavoro dell'Età del Bronzo".
Anche le sepolture scavate di recente contenevano opere d'arte raffiguranti creature mitologiche. Un'agata presentava, incise, due creature simili a leoni che recano un bruciatore d'incenso, un omaggio per un altare accanto al quale è raffigurato un alberello. Compare anche una stella a 16 punte che è presente anche su un manufatto in bronzo ed oro rinvenuto in una delle sepolture. Non ci sono molte stelle a 16 punte nell'iconografia micenea. Il problema è che non si hanno testimonianze scritte di epoca minoica e micenea che facciano cenno ad un certo tipo di religione e ad i suoi simboli.
Gli archeologi hanno rinvenuto anche un ciondolo d'oro con una figura molto simile alla dea egizia Hathor, la cui scoperta è particolarmente interessante alla luce del ruolo che ha svolto, in Egitto, la dea in qualità di protettrice dei defunti.
Le sepolture principesche appena scoperte dipingono un quadro di ricchezza e di elevato status sociale. Contenevano ambra del Baltico, ametista proveniente dall'Egitto, corniola importata e molto oro. Le tombe presentano una vista panoramica sul Mediterraneo. Questi ritrovamenti dimostrano che un tempo Pylos era una importante destinazione del commercio internazionale dell'epoca. Guardando una cartina, Pylos appare come una zona remota. Bisogna attraversare montagne per arrivare fin qui e fino a qualche tempo fa non era inserita nel percorso turistico. Via mare, invece, il percorso per arrivare a Pylos è sicuramente più agevole.
Le sepolture tornate alla luce si trovano vicine al palazzo di Nestore, un sovrano menzionato sia nell'Iliade che nell'Odissea. Il palazzo venne scoperto nel 1939 dal defunto Professor Carl Blegen. Le tombe erano protette dai potenziali profanatori da circa 40.000 pietre, rimaste per millenni indisturbate. Ad ogni fase di scavo i ricercatori hanno utilizzato la fotogrammetria e la mappatura digitale per documentare la posizione e l'orientamento degli oggetti presenti nelle sepolture.
Le tombe principesche sono state scavate per più di 18 mesi, erano disseminate di foglie d'oro che, un tempo, ricoprivano le pareti. Il "guerriero del grifone" prende nome dalla creatura mitologica - in parte aquila, in parte leone - incisa su una lastra d'avorio trovata nella tomba. In quest'ultima sono state rinvenute armi e gioielli d'oro. Tra gli oggetti vi era un'agata raffigurante un combattimento mortale, ribattezzato come un "capolavoro dell'Età del Bronzo".
Pylos, corniola con leoni, forse dei geni, che trasportano vasi di servizio e bruciatori di incenso (Foto: UC Classic) |
Gli archeologi hanno rinvenuto anche un ciondolo d'oro con una figura molto simile alla dea egizia Hathor, la cui scoperta è particolarmente interessante alla luce del ruolo che ha svolto, in Egitto, la dea in qualità di protettrice dei defunti.
Pylos, ciondolo d'oro con effige di Hathor, dea egizia protettrice dei morti (Foto: UC Classic) |
Le sepolture tornate alla luce si trovano vicine al palazzo di Nestore, un sovrano menzionato sia nell'Iliade che nell'Odissea. Il palazzo venne scoperto nel 1939 dal defunto Professor Carl Blegen. Le tombe erano protette dai potenziali profanatori da circa 40.000 pietre, rimaste per millenni indisturbate. Ad ogni fase di scavo i ricercatori hanno utilizzato la fotogrammetria e la mappatura digitale per documentare la posizione e l'orientamento degli oggetti presenti nelle sepolture.
Fonte:
archaeology news network
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