Rilievo di Popidiius Nicostratus, raffigurante attrezzi agrimensori, esposto all'Antiquarium di Boscoreale (Foto: La Repubblica) |
Le competenze tecniche degli agrimensori romani - i tecnici incaricati delle centuriazioni e di altri sondaggi quali la pianificazione di città e di acquedotti - sono leggendari. Progetti estremamente accurati di centuriazione sono ancora oggi visibili in Italia ed in altri paesi del Mediterraneo. Il lavoro degli agrimensori aveva anche connotazioni religiose e simboliche, legate alla fondazione delle città ed alla tradizione etrusca.
Questi agrimensori erano chiamati gromatici, a causa del loro principale strumento di lavoro: la groma, una sorta di croce fatta di quattro braccia perpendicolari da ciascuna delle quali pendeva una corda con pesi equivalenti che servivano come fili a piombo. Il gromatico poteva allineare con estrema precisione due linee a piombo tra loro opposte con pali di riferimento tenuti a varie distanze dagli assistenti degli agrimensori, oppure fissati sul terreno, allo stesso modo in cui le paline vengono attualmente utilizzate nei moderni rilievi teodolitici.
Finora l'unico esempio conosciuto di una groma proveniva dagli scavi di Pompei, mentre le immagini che illustrano il lavoro del gromatico sono state trasmesse da un codex medioevale risalente ad un'epoca di molto successiva allo svolgimento di tale pratica. Ora sembra che Pompei abbia fornito nuove informazioni su questi antichi geometri.
Nell'ambito del Grande Progetto Pompei, inaugurato nel 2014 e cofinanziato dalla Comunità Europea, nuove indagini archeologiche hanno portato alla luce, nella Regio V, una casa con una facciata antica e solenne, chiamata Casa di Orione (altrimenti detta Casa di Giove). All'interno sono stati trovati pavimenti quasi intatti, con due bellissimi mosaici rappresentanti, forse, Orione ed una serie enigmatica di altre immagini. L'interpretazione di queste ultime è stata inserita in un documento congiunto di Massimo Osanna, direttore del sito archeologico di Pompei, Luisa Ferro e Giulio Magli, della Scuola di Architettura del Politecnico di Milano. Tra le immagini compare un quadrato inscritto in un cerchio.
Il cerchio raffigurato è tagliato da due linee perpendicolari, una delle quali coincide con l'asse longitudinale dell'atrio della casa ed appare come una sorta di rosa dei venti che divide il cerchio in otto settori equidistanti. L'immagine è sorprendentemente simile a quella presente nel codex medioevale, dove viene indicato il modo in cui i gromatici dividevano lo spazio. Un'altra immagine complessa mostra un cerchio con una croce ortogonale al suo interno, collegata a cinque punti disposti come una sorta di piccolo cerchio ad una linea retta con una base. Il tutto appare come la rappresentazione di una groma.
La casa in cui compaiono queste immagini forse era utilizzata come luogo di convegni di questi particolari geometri dell'antichità o, forse, il proprietario era un gromatico. Al momento non è possibile dar credito ad un'ipotesi piuttosto che ad un'altra.
Fonte:
Archaeology News Network
Questi agrimensori erano chiamati gromatici, a causa del loro principale strumento di lavoro: la groma, una sorta di croce fatta di quattro braccia perpendicolari da ciascuna delle quali pendeva una corda con pesi equivalenti che servivano come fili a piombo. Il gromatico poteva allineare con estrema precisione due linee a piombo tra loro opposte con pali di riferimento tenuti a varie distanze dagli assistenti degli agrimensori, oppure fissati sul terreno, allo stesso modo in cui le paline vengono attualmente utilizzate nei moderni rilievi teodolitici.
Immagine del codex medioevale che mostra il lavoro dei gromatici (Foto: AAAS) |
Nell'ambito del Grande Progetto Pompei, inaugurato nel 2014 e cofinanziato dalla Comunità Europea, nuove indagini archeologiche hanno portato alla luce, nella Regio V, una casa con una facciata antica e solenne, chiamata Casa di Orione (altrimenti detta Casa di Giove). All'interno sono stati trovati pavimenti quasi intatti, con due bellissimi mosaici rappresentanti, forse, Orione ed una serie enigmatica di altre immagini. L'interpretazione di queste ultime è stata inserita in un documento congiunto di Massimo Osanna, direttore del sito archeologico di Pompei, Luisa Ferro e Giulio Magli, della Scuola di Architettura del Politecnico di Milano. Tra le immagini compare un quadrato inscritto in un cerchio.
Il cerchio raffigurato è tagliato da due linee perpendicolari, una delle quali coincide con l'asse longitudinale dell'atrio della casa ed appare come una sorta di rosa dei venti che divide il cerchio in otto settori equidistanti. L'immagine è sorprendentemente simile a quella presente nel codex medioevale, dove viene indicato il modo in cui i gromatici dividevano lo spazio. Un'altra immagine complessa mostra un cerchio con una croce ortogonale al suo interno, collegata a cinque punti disposti come una sorta di piccolo cerchio ad una linea retta con una base. Il tutto appare come la rappresentazione di una groma.
La casa in cui compaiono queste immagini forse era utilizzata come luogo di convegni di questi particolari geometri dell'antichità o, forse, il proprietario era un gromatico. Al momento non è possibile dar credito ad un'ipotesi piuttosto che ad un'altra.
Fonte:
Archaeology News Network
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