domenica 28 febbraio 2021

Pompei delle meraviglie: rinvenuto un prezioso carro decorato

Pompei continua a regalare sorprese. Gli scavi della villa suburbana di Civita Giuliana restituiscono uno straordinario carro da parata a quattro ruote destinato, forse, al culto di Cerere e Venere o più probabilmente ad un'aristocratica cerimonia di nozze.
Siamo in un'area subito fuori dalle mura della città, l'aristocratica tenuta di epoca augustea con terrazze che scendevano fino al mare da tre anni al centro di una vasta campagna di indagini e restauri da parte del parco archeologico. "A Pompei sono stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due carri rinvenuti a Villa Arianna, ma niente di simile al carro di Civita Giuliana", dichiara Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Mic, a lungo guida del parco archeologico: "Per l'Italia è un unicum. Potrebbe trattarsi di un Pilentum, antico carro cerimoniale usato dalle élites".
Ad emergere dalla coltre di cenere, lo scorso 7 gennaio, era stato un elemento in ferro. La forma era particolare. Lasciava intuire la presenza di una biga, comunque, di un mezzo di trasporto. L'entusiasmo degli archeologi era già in fermento. Poi, lentamente, nei giorni successivi, sono riaffiorate le varie parti. Il puzzle si ricomponeva sotto gli occhi dell'équipe. Non era una biga, ma un carro. Un esemplare rarissimo, rinvenuto miracolosamente integro (salvo dai crolli tragici dell'eruzione e dalla mano di tombaroli senza scrupoli) nel porticato antistante la stalla dove, già nel 2018, erano emersi i resti di tre cavalli.
Inizialmente si pensava fosse una biga. Poi i dettagli decorativi hanno ampliato l'interpretazione. Elegante, stupefacente per la complessità e la raffinatezza dei decori a tema erotico, tutti lavorati a rilievo in stagno e bronzo, ancora con le tracce dei cuscini, delle funi, e persino l'impronta di due spighe di grano lasciate su un sedile. Le ruote sono, tra l'altro, connesse tra loro da un sistema meccanico di avanzata tecnologia. Sul cassone era prevista la seduta, contornata da braccioli e schienale metallici, per uno o due individui.
Il cassone è riccamente decorato sui due lati lunghi con l'alternanza di lamine bronzee intagliate e pannelli lignei dipinti in rosso e nero, mentre sul retro termina con un complesso e articolato sistema decorativo che prevede tre distinti registri con una successione di medaglioni in bronzo e stagno con scene figurate. Questi, incastonati nelle lamine bronzee e contornati da motivi decorativi in esse ricavati, rappresentano figure maschili e femminili a rilievo ritratte in scene a sfondo erotico. La lamina bronzea è inoltre decorata nella parte superiore con piccoli medaglioni, sempre in stagno, che riproducono amorini impegnati in varie attività. Nella parte inferiore del carro si conserva una piccola erma femminile in bronzo con corona.
Il sito indagato era già salito all'onore delle cronache lo scorso novembre, quando ha restituito le impronte dei due corpi umani di cui sono stati ricostruiti i calchi con tecniche all'avanguardia. Rimasti sepolti nella trappola mortale della furia del Vesuvio di quelle ore, tra il 24 e il 25 ottobre del 79 d.C., quando Pompei venne devastata dalle ondate piroclastiche. Resti umani e tessuti organici in due impronte di disperazione: un uomo di circa quarant'anni avvolto ancora nel suo mantello di lana e un ragazzo forse di appena diciotto anni, in tunica, probabile schiavo.
Già nel 2018 nella stalla a pochi passi dal portico che alloggiava il carro sono venuti alla luce i resti di tre cavalli, uno dei quali sontuosamente bardato, pronto, sembrava, per mettersi in cammino. Senza parlare dell'affresco con graffito il nome della piccola Mummia, forse una bimba di casa, emerso su un altro muro, sempre a poca distanza.
I pilenta, citati da Claudiano e altri, potevano essere dipinti in azzurro o in rosso, come nel caso del reperto pompeiano. Riservati alle classi più abbienti, servivano per i culti religiosi, ma erano un po' come un'automobile di alta rappresentanza. Il ritrovamento di questi giorni riapre il mistero sui proprietari di questa grande villa costruita alle porte della città antica che oggi si sta riportando alla luce anche per fermare lo scempio dei tombaroli, che negli anni passati attorno a queste stanze hanno scavato cunicoli e cunicoli, depredando e distruggendo e che finalmente sono sotto processo.
"Una villa molto grande e particolarmente preziosa per le indagini storiche, perché a differenza di tante altre che erano state svuotate dalle ristrutturazioni seguite al terremoto del 62 d.C., nei giorni dell'eruzione era ancora abitata", ricorda Osanna. Il ritrovamento del carro appare quindi come una nuova, preziosa tessera nel complicato puzzle di questa storia. Tanto più che non doveva essere nemmeno l'unico, perché nel processo attualmente in corso, un testimone ha menzionato la presenza di un altro carro, anche questo con ricche decorazioni, finito purtroppo nelle mani dei predoni e poi spartito. 
L'interrogativo però rimane: a cosa serviva questo pilentum decorato e scintillante come un gioiello? chi erano davvero i ricchi padroni di questa tenuta che con le sue favolose terrazze arrivava fino al mare? "Sulla cenere indurita rimossa da uno dei due sedili abbiamo trovato impronte di spighe di grano", rivela Osanna. Un particolare, chiarisce, che potrebbe far pensare al culto di Cerere, che a Pompei veniva onorata insieme a Venere e quindi "alla presenza nella villa di una sacerdotessa di questi culti".
Potrebbe anche trattarsi, semplicemente, di un augurio di fertilità: "Le spighe sul sedile potrebbero essere l'indizio di un matrimonio celebrato da poco o che era pronto per essere celebrato", aggiunge Osanna. A sostegno di questa ipotesi è la natura decisamente erotica delle raffinate decorazioni in stagno, applicate sul supporto di bronzo per ornare il retro e le fiancate del carro: una serie di amorini e di coppie di satiri e ninfe impegnate in appassionati amplessi. "Visto che le fonti antiche alludo all'uso del pilentum da parte di sacerdotesse e signore, non si esclude che potesse trattarsi di un carro per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico", ha detto Osanna, che ha pure precisato che "il tipo di carro trova confronti con reperti rinvenuti una quindicina di anni fa all'interno di un tumulo funerario della Tracia (nella Grecia settentrionale, al confine con la Bulgaria). Uno dei carri traci è particolarmente vicino al nostro anche se privo delle straordinarie decorazioni figurate che accompagnano il reperto pompeiano".

Fonte: ilmessaggero.it
Foto: particolare del carro trovato a Pompei (Gazzetta del Sud); 
particolare di uno dei medaglioni che ornano il carro (Yahoo notizie);
il carro così come è stato rinvenuto in situ (Gazzetta del Sud);
archeologa al lavoro per liberare il carro dai sedimenti (Gazzetta del Sud).

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