lunedì 17 maggio 2021

Kenya: Mtoto, il bambino che viene dal lontanissimo passato

Africa, i resti del bambino di 78.000 anni fa
(Foto: Jorge Gonzàles/Elena Santos)
Circa 78000 anni fa, una comunità umana dell'Africa orientale ha deposto un bambino di circa 3 anni in una fossa poco profonda. Forse i suoi parenti più stretti hanno composto il suo piccolo corpo e, probabilmente, hanno poggiato la sua testa su una sorta di cuscino, prima di ricoprirlo di terra. Lo scavo e la scoperta di questa sepoltura è tra le prove più antiche conosciute della presenza di esseri umani "moderni" in Africa. Esseri umani che hanno l'abitudine di seppellire i loro defunti.
Le deposizioni intenzionali sono relativamente rare nella documentazione archeologiche risalenti a prima di 30000 anni fa. In precedenza, le più antiche sepolture trovate in Africa risalivano a 74000 e 68000 anni fa, rispettivamente nella Border Cave del Sudafrica e a Taramsa, in Egitto. In Eurasia sono state trovate sepolture di uomini moderni e uomini di Neanderthal risalenti a 120000 anni fa, ma interessavano persone che non avevano stretti legami con gli esseri umani attuali.
La sorprendente sepoltura è stata rinvenuta nel 2013 sotto la sporgenza rocciosa di una grotta chiamata Panga ya Saidi, lungo la costa del Kenya sudorientale. Gli archeologi hanno notato un'insolita ondulazione nei sedimenti a forma di fossa all'interno delle pareti di una delle trincee da loro scavate. Quando hanno ispezionato quest'ultima, si sono imbattuti in un piccolo osso che si è polverizzato all'istante.
Gli archeologi, dunque, hanno trascorso i successivi quattro anni scavando e repertando i delicati reperti ossei. Il ritrovamento di due denti, successivamente analizzati presso il Museo Nazionale del Kenya, hanno permesso di capire che chi era stato sepolto in quel luogo era certamente un bambino.
I resti ossei sono stati inviati ad un laboratorio per la ricerca sull'evoluzione umana a Burgos, in Spagna, per ulteriori analisi. Utilizzando la tomografia assiale computerizzata, gli scienziati hanno analizzato le ossa. Non sono stati in grado di determinare le cause della morte del bambino, ma la posizione in cui era stato deposto suggeriva che chi ne aveva curato la sepoltura lo aveva intenzionalmente composto in posizione fetale. Un osso della spalla, piuttosto danneggiato, indica che il bambino era stato, probabilmente, avvolto strettamente in un materiale simile ad un sudario. Il cuscino sul quale era stato deposto si è, poi, lentamente decomposto.
L'analisi dei resti ha restituito una datazione risalente a circa 78000 anni fa, il che fa del ritrovamento il più antico sito di sepoltura umano conosciuto in Africa. Emmanuel Ndiema, un archeologo del Museo Nazionale del Kenya ed uno dei coautori dello studio sulla sepoltura, ha "battezzato" il bambino Mtoto.
Julien Riel-Salvatore, antropologo dell'Università di Montreal, concorda sul fatto che il livello di cura che è stato conferito alla sepoltura di Mtoto suggerisce che la morte di un bambino deve essere stata, per quell'antichissima comunità umana, un evento estremamente toccante. Lo si può dedurre anche dal fatto che quegli antichissimi esseri umani abbiano fatto del tutto per preservare il corpo del bambino, per rallentarne la decomposizione e per proteggerlo dagli animali selvaggi.
Illustrazione della deposizione del piccolo Mtoto di Fernando Fueyo



Fonte:
sciencemag.org


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