lunedì 18 aprile 2022

Sudan, memorie dal regno di Kush

Sudan, archeologi al lavoro in una struttura funeraria
(Foto: Michele R. Brizon)

Cumuli di rocce circolari punteggiano il paesaggio desertico del sito archeologico di Tombos, nel Sudan settentrionale. Questi veri e propri tumuli sono indice della presenza di tombe sotterranee utilizzate nel 2500 a.C. circa dagli abitanti che chiamavano questa regione Kush o Nubia.
La ricerca del XX secolo ha contribuito a portare maggiore attenzione su questa parte dell'antico Egitto conosciuta dagli studiosi come Kush, anche se questa nuova attenzione è stata in qualche modo macchiata da pregiudizi di natura razziale.
La Dottoressa Michele R. Buzon è co-direttrice, con il Dottor Stuart Tyson Smith, degli scavi a Tombos. Le sepolture, scoperte dal team archeologico diretto da entrambi, gettano nuova luce su molti aspetti della vita e della morte che si succedevano, migliaia di anni fa, in questa parte di Africa.
I resti degli antichi abitanti di Tombos rivelano informazioni sul loro stato di salute, sul lavoro che svolgevano, sulle infezioni dalle quali erano afflitti e sulla loro alimentazione. Le malattie cardiache, il cancro, le conseguenze di un lavoro duro lasciano segni indelebili sul corpo umano, segni che forniscono informazioni sulla situazione epidemiologica delle malattie in passato. A Tombos sono stati trovati, ad esempio, i resti di una donna adulta e di un bambino affetti da un disturbo della crescita. Dai resti di una donna anziana, vissuta fino a 60 anni di età, si evince che sia stata afflitta da artrite.
La struttura delle sepolture è indice del modo in cui i defunti rappresentavano se stessi e le loro famiglie dopo la morte. La sepoltura di un uomo di mezz'età comprendeva sia un letto che una bara, una curiosa combinazione delle pratiche tradizionali nubiane ed egiziane. La tomba conteneva anche ciotole in bronzo, una scatola in legno decorata, una serie di amuleti dalla valenza magica ed un deposito di armi in ferro che attestano il primo utilizzo del ferro in Nubia.
I ricercatori hanno scoperto che quando la Nubia era governata dall'Egitto, durante il Nuovo Regno (1200 a.C. circa), alcuni egiziani immigrati e gente del posto costruirono piramidi e tombe a camera in stile egiziano adibendole a sepolture. Contemporaneamente alcuni abitanti di Tombos privilegiarono la struttura tombale a tumulo, tipica del luogo.
Tombos è una località che si trova in corrispondenza della terza cateratta del Nilo, nel Sudan, a poca distanza da Kerma. Importante cava di granito della Nubia in epoca faraonica, la sua pietra venne utilizzata in gran parte per edificare statue e costruzioni tra il Delta del fiume e le regioni più meridionali del regno.
L'area di Tombos conserva numerose testimonianze del suo passato storico: dalla statua del faraone Taharqa (Nefertum Ra, XXV Dinastia), abbandonata da oltre 2700 anni, alle più antiche iscrizioni di epoca thutmoside che si ritrovano sulle rocce affacciate sul Nilo. La statua di Taharqa è riversa su un fianco dall'epoca in cui venne scolpita; forse per un errore o per un difetto della pietra, la scultura venne danneggiata rivelandosi inutilizzabile.

Fonte:
theconversation.com
wikipedia


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