sabato 25 giugno 2022

Siria, le molte divinità "ignote" di Palmira

Siria, Palmira, la misteriosa iscrizione sul dio ignoto
(Foto: Aleksandra Kubiak-Schneider)

Un archeologo polacco ha svelato un antico mistero relativo ad oltre 200 iscrizioni che menzionano una ignota divinità adorata a Palmira, in Siria.
La Dottoressa Aleksandra Kubiak-Schneider stava conducendo ricerche nell'antica metropoli siriana quando ha fatto questa importantissima scoperta. Tra le circa 2.500 iscrizioni in aramaico presenti su diversi elementi architettonici sparsi nell'area dove sorgeva, un tempo, l'antica Palmira, ha rinvenuto circa 200 testi datati al II e III secolo d.C., contenenti tutti frasi misteriose.
Le frasi rinvenute dall'archeologa si rivolgono ad un'altrettanta misteriosa divinità: "Colui il cui nome è benedetto per sempre", "Signore dell'universo", "Misericordioso", sono esempi dei termini riferiti a questa divinità.
Le iscrizioni compaiono su altari di pietra dove si bruciavano incenso, ginepro ed altri aromi mescolati a liquidi. Per circa cento anni i ricercatori hanno cercato di capire a quale divinità si rivolgevano le frasi rinvenute su questi altari. Si è pensato che questi epiteti si rivolgessero ad un unico dio, una dimensione mistica del culto del Signore del Cielo Baalshamin, mai nominato perché era tabù pronunciarne il nome.
La Dottoressa Kubiak-Schneider ha notato che il mondo in cui ci si rivolgeva, in queste frasi, all'anonima divinità, era lo stesso degli inni cantati e recitati nei templi del I millennio a.C. nell'antica Mesopotamia per ringraziare per l'aiuto ricevuto molte divinità importanti: Bel-Marduk (la più importante divinità di Babilonia), Nabu (la divinità protettrice dell'alfabetizzazione), Nergal (il dio del sottosuolo), Hadad (il dio della tempesta e della pioggia).
Secondo la Dottoressa Kubiak-Schneider, i destinatari di queste antiche scritte erano molteplici divinità. Il "misericordioso", secondo la ricercatrice, si riferisce a Bel-Marduk, dio principale del pantheon babilonese venerato anche a Palmira, che salvò l'umanità da Tiamat, un mostro che incarnava il caos e l'oscurità. Il "Signore dell'universo", a sua volta, può essere riferito a Bel ma anche a Baalshamin, dio della tempesta e della fertilità che i Greci identificarono con Zeus. Solo la frase "Colui il cui nome è benedetto per sempre" può essere considerato nel suo significato universale e riferirsi a qualsiasi divinità maschile che avesse ascoltato le richieste degli oranti. Questo è confermato da antichi inni e preghiere rinvenute a Babilonia ed in Assiria nei periodi precedenti alla conquista di Alessandro Magno.
La Dottoressa Kubiak-Schneider ha affermato: "Non sorprende, quindi, che l'immagine della divinità non venga rappresentata sugli altari, cosa che, in questo caso, non è collegata al divieto di presentare il volto divino. Non c'era un dio anonimo, ogni dio che ascoltava e si mostrava favorevole alle richieste meritava una lode eterna".
Le persone che hanno finanziato l'incisione di queste iscrizioni a Palmira provenivano principalmente da classi sociali medio-elevate. Le dediche sono state commissionate sia da donne che da uomini. Alcuni erano schiavi, ex schiavi liberati ed anche cittadini romani.

Fonte:
PAP - La scienza in Polonia, Szymon Zdziesieowski

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