sabato 15 ottobre 2022

Sicilia: il tempio D era, forse, il tempio di Atena?

Agrigento, i reperti recentemente rinvenuti che raffigurano
la dea Atena (Foto: ilprimatonazionale.it)

Ad Agrigento, nella Valle dei Templi, una piccola testa di terracotta raffigurante la dea Atena elmata, è stata riportata alla luce dagli scavi archeologici condotti da un team di ricerca della Scuola Normale Superiore di Pisa e potrebbe riscrivere la storia dell'antica Akragas.
Ciò che sorprende, però, è che il ritrovamento risulta insolito proprio perché in prossimità del tempio D, fino ad oggi attribuito a Hera Lacinia, corrispondente a Giunone. Il ritrovamento di questa prima testa fittile della dea Atena elmata, corrispondente alla romana Minerva, per gli archeologi è databile tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. Oltre alla testa della divinità, nel corso degli scavi è riemerso anche un braccio con l'egida e il pugno stretto in atteggiamento di attacco. Un esemplare unico, ad Agrigento, che oggi potrebbe realmente riscrivere la storia archeologica, classica e religiosa della Valle dei Templi.
L'assessore ai beni culturali e all'identità siciliana, Alberto Samonà, ha dichiarato: "Quello della testa di Atena è solamente l'ultimo ritrovamento, in ordine di tempo, di una stagione felice che da oltre due anni a questa parte ha fatto riprendere in grande stile gli scavi archeologici in tutta la Sicilia. Ritrovare testimonianze del passato e valorizzarle è un'occasione preziosa per guardare la futuro della Sicilia, partendo dalla nostra identità profonda e dalla nostra storia plurimillenaria. Puntare e investire sulla cultura vuol dire preparare le condizioni per la Sicilia di domani".
Lo scavo ha goduto della supervisione scientifica del Professor Gianfrano Adornato, associato di Archeologia classica alla Scuola Normale di Pisa, e di Maria Concetta Parello, funzionaria archeologa del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi. "Se supportato da altre evidenze archeologiche - spiega il Professor Adornato - il culto di Atena nel santuario del tempio D sulla collina meridionale andrà a sostituire definitivamente l'intitolazione del tempio di Hera Lacinia, proposta da Tommaso Fazello nel 1558 nel De Rebus Siculis Decades Duae, primo libro stampato sula storia della Sicilia, un'attribuzione ancora oggi in uso nella manualistica, ma basata su una fonte letteraria di dubbia interpretazione e non su testimonianze materiali".
Gli scavi nell'area sono stati condotti per indagare il rapporto stratigrafico e cronologico tra la pedana antistante al tempio e lo stereobate, rilevando materiali di produzione corinzia, attica e locale. Tutto materiale coerente con i depositi dell'altare del tempio D, luogo del sacro e del rito per eccellenza.
Nel corso degli anni, dall'area sono riemersi moltissimi ritrovamenti, facendo di questo sito una fonte inestimabile di informazioni. Dai reperti che puntualmente riemergono dalla rossa terra di Agrigento, infatti, è possibile comprendere le pratiche cultuali e religiose degli antichi abitanti, oltre che scandire la cronologia dell'area sacra attraverso la sua stratigrafia.
Le scoperte nella valle sacra dei Greci, però, non si esauriscono qui. In una nota della Scuola Normale Superiore di Pisa, infatti, le ricerche nell'area occidentale del tempio D hanno identificato anche un muro di fondazione perfettamente allineato non con il tempio classico ma con l'altare. Probabilmente anche questo fattore rappresenta un ulteriore indizio della preesistenza di un precedente santuario di età arcaica.

Fonte:
ilprimatonazionale.it

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