giovedì 13 ottobre 2022

Vulci, scoperte le fondamenta di un tempio dedicato a Minerva

Vulci, l'area di scavo (Foto: stilearte.it)
Sensazionale scoperta nel Parco Archeologico di Vulci. A condurre l'ultima campagna di scavo i ricercatori delle Università di Friburgo e Magonza in collaborazione con la Fondazione Vulci e la Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l'Etruria meridionale.
Nella zona nordovest dell'antica città, poco distante dal foro romano e dall'arco onorario, il team ha portato alla luce grandi blocchi di tufo che formavano le fondamenta di un grande tempio dedicato a Minerva.
Larga 45 metri e lunga 35, la struttura si trova nelle vicinanze del Tempio Grande e forma con quest'ultimo una vasta area dedicata al culto: un dualismo molto raro che in Europa è stato scoperto altre pochissime volte.
Ad agevolare il lavoro del gruppo guidato da Carlo Casi (Fondazione Vulci) e Simona Carosi (Soprintendenza) l'utilizzo preliminare del georadar, uno strumento che produce immagini senza scavare grazie alle riflessioni delle onde elettromagnetiche trasmesse nel terreno.
Secondo gli studiosi il tempio risale almeno al VI secolo a.C. e presenta una serie di innovazioni che hanno avuto luogo nel corso del tempo. La prova arriva dalla presenza di alcune terrecotte architettoniche di epoca arcaica e di una serie di lastre dedicate a Bacco, di prima età imperiale.
Un nuovo tempio urbano diventa ancora più importante se si considera che è localizzato nelle immediate vicinanze di quello che è stato sino ad oggi il più imponente edificio religioso di Vulci, il Tempio Grande. I ritrovamenti dell'iscrizione "mener(vas)" e della statua acefala in bronzo nota come Filatrice di Prassitele, oggi alle Staatlike Antikesammlungen di Monaco di Baviera, suggeriscono che il luogo di culto fosse dedicato a Minerva. Carlo Casi pensa che ci sia stata, nel luogo del ritrovamento, la presenza di una vasta area sacra con una pluralità di culti.
Il tempio aveva, forse, un'unica cella circondata sui quattro lati da quattro colonne sui lati corti e da sei colonne su quelli lunghi, chiaro riferimento alla tradizione architettonica mista greco-etrusca. Quest'area, secondo Casi, presentava due imponenti templi gemelli con il paramento rivestito da blocchi di nenfro, un tipo particolare di roccia tufacea molto utilizzata dagli Etruschi soprattutto nella statuaria.
Lo scavo, seguito da Simona Carosi della Soprintendenza per l'Etruria meridionale, sta regalando sorprese anche come reperti. "Tra le scoperte più rilevanti e significative spicca una terracotta architettonica di fase orientalizzante che reca un grifo. - Ha detto Mariachiara Franceschini, dell'Università di Friburgo. - Questa è probabilmente riconducibile ad una struttura poderosa di carattere pubblico precedente al tempio che stiamo scavando ed i cui resti, tra cui tegole e pitture parietali, sono stati reimpiegati come materiale di scarto negli strati di fondazione del tempio arcaico".
I materiali finora rinvenuti spaziano dall'Età del Ferro alla tarda Età Imperiale. Numerosi sono gli oggetti di importazione, soprattutto dall'attica, e quelli di produzione locale, come i buccheri, la ceramica etrusco-geometrica ed etrusco- corinzia.

Fonti:
tusciaweb.eu
ilmessaggero.it


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