mercoledì 16 novembre 2022

Creta, scavi al tempio di Demetra a Phalasarna

Creta, i resti del tempio di Demetra a Phalasarna
(Foto: YPPOA)

Phalasarna è stata menzionata per la prima volta dagli storici e geografi antichi quali Scilace, Strabone, Polibio, Livio e Plinio. La città-stato prosperò grazie ai traffici marittimi, testimoniati dai resti di grandi edifici monumentali e da numerose opere d'arte. Inoltre il trattato con i Tirreni testimonia che, nel III secolo a.C., gli abitanti di Phalasarna erano dediti alla pirateria, pratica comune alle città-stato cretesi.
Nel 69-67 a.C., i romani assaltarono la città, bloccarono il porto con massicce opere murarie e distrussero l'intera città al punto che se ne perse completamente la memoria. Phalasarna comparve nei documenti veneziani come una città perduta. Il sito venne scoperto nel XIX secolo dagli esploratori britannici Robert Pashley e dal Capitano Spratt.
Il tempio di Demetra fu costruito presso l'acropoli della città, situata su una collina rocciosa nel sito di una grotta naturale. Il tempio fungeva da spazio sacro all'aperto per adorare Demetra, da del raccolto e dell'agricoltura, che presiedeva ai raccolti, ai cereali, al cibo, alla fertilità della terra e al potere dell'acqua come fonte di vita.
Nella tradizione greca Demetra è la secondogenita dei titani Rea e Crono, sorella di Estia, Era, Ade, Poseidone e Zeus. Era spesso considerata la corrispondente greca della dea anatolica Cibele ed era dai romani identificata con Cerere.
Il tempio è in stile dorico ed è stato ricostruito con pietre per un secondo utilizzo tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C. sul sito di un precedente luogo sacro. Uno scalone monumentale conduceva a due edifici ad aula unica, con l'edificio orientale che fungeva da struttura principale del tempio e l'edificio occidentale con funzione ausiliare.
Un'indagine geofisica condotta dagli archeologi dell'Università Mediterranea di Creta ha rivelato resti architettonici sepolti che indicano una struttura semicircolare. Gli scavi hanno rinvenuto oggetti arcaici quali vasi di alta qualità, uno dei quali reca un'iscrizione in dialetto dorico: "Akestoidamatri" (Akestoi dedica questo alla dea Demetra). Gli archeologi hanno anche trovato manufatti che collegano Phalasarna agli antichi egizi e fenici. Altri reperti includono figurine, punte di lancia, vasi e figure femminili in trono.

Fonte:
heritagedaily.com

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