mercoledì 16 novembre 2022

Iraq, interessantissimi ritrovamenti risalenti ad epoche antichissime

Iraq, gli scavi in corso (Foto: lastampa.it)

Ad Helawa, nel Kurdistan iracheno, nell'antica Mesopotamia settentrionale, la missione archeologica dell'Università degli Studi di Milano ha riportato alla luce una serie di strutture circolari abitative (tholoi) del periodo Halaf (VI e V millennio a.C.) con focolari, fornetti e installazioni associate alla tipica e bellissima ceramica policroma dipinta di questa fase culturale.
Ritrovato anche un successivo edificio con muri in mattoni crudi formato da piccole stanze quadrangolari e ambienti rettangolari di maggiori dimensioni, probabilmente una grande abitazione, databile alla fine del VI millennio a.C. (periodo di Ubaid). I vani di questo edificio erano provvisti di installazioni di vario tipo e al loro interno sono stati recuperati numerosi strumenti in selce, pestelli e lisciatoi in pietra e ceramica dalla caratteristica decorazione dipinta monocroma.
Nel sito di Helawa, che si caratterizza per una lunghissima ed ininterrotta sequenza occupazionale dal periodo protostorico fino all'epoca islamica, invece, gli archeologi hanno lavorato in tre diverse zone: nella parte più elevata del sito, alla base del declivio meridionale e nella città bassa. Nell'area è stato riportato alla luce un settore di un imponente edificio di epoca ellenistica (IV secolo a.C.) verosimilmente collegato a un bastione difensivo di un centro fortificato dal carattere spiccatamente militare.
Una scoperta assai rilevante è stata quella di un tetradrammo di argento di Alessandro Magno, una moneta che si diffonde in tutto l'estesissimo impero macedone, coniata in molte zecche e caratterizzata dall'effige del sovrano come Ercole (ha come copricapo la pelle del leone nemeo) da un lato e dall'immagine di Zeus dall'altro. Una vasta area per la manifattura su larga scala di ceramica, databile agli ultimi secoli del III millennio a.C. (Periodo Akkadico) occupa quasi tutta l'estensione del declivio meridionale. Identificata già nella campagna del 2021, è stata esplorata nel dettaglio quest'anno, mediante un'analisi approfondita di archeologia della produzione. Non sono ancora noti i limiti di questo complesso, che si estende al momento su oltre 300 metri quadrati.
Sono state individuate e scavate più di 50 fornaci per la cottura dei vasi, realizzate su tre diverse terrazze e collegate da piattaforme in mattoni. Le fornaci mostrano impianti sofisticati per la diffusione dei gas e del calore, mediante condutture orizzontali e camini verticali, con le camere di combustione trovate ancora piene di cenere e quelle di cottura in alcuni casi crollate con all'interno ancora il vasellame che era stato posizionato per la cottura.
Il livello di conservazione è dunque straordinario e in tutta la Mesopotamia settentrionale è noto soltanto un altro caso comparabile di atelier produttivo di questo genere. Si è infine raggiunta l'occupazione più antica, della prima metà del III millennio a.C., riferibile al cosiddetto periodo di Ninive 5. Sono emersi alcuni silos circolari per lo stoccaggio di prodotti agricoli, orzo e grano in prevalenza, e nei depositi ricchi di resti vegetali sono state trovate decine di cretule (grumi di argilla apposti ai contenitori che conservavano le derrate alimentari), con impronte di sigilli cilindrici. Si trattava, dunque, di un'area destinata al controllo centralizzato delle risorse da parte dell'amministrazione di un'entità politica che ancora deve essere chiaramente definita.
Helawa del Bronzo Medio e Tardo (2000-1200 a.C.) doveva essere un grande centro di 30 ettari, probabilmente legato al suo ruolo economico nella produzione manifatturiera e i sondaggi aperti quest'anno nella città bassa hanno fornito evidenze a sostegno di questa ipotesi con resti di fornaci, canalizzazioni per il drenaggio dell'acqua e molti materiali associati.

Fonte:
lastampa.it



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