giovedì 17 novembre 2022

Puglia, ritrovamenti importanti in una necropoli dell'Età del Bronzo

Puglia, Torre Guaceto, alcuni dei reperti trovati
(Foto: bari.repubblica.it)

Venti nuove tombe della tarda Età del Bronzo sono state ritrovate sotto la sabbia, nella riserva di Torre Guaceto. Ora sono 35 quelle rinvenute in totale nella campagna di scavo in corso, tra il 2021 ed il 2022. Oltre agli aspetti naturalistici che attirano pugliesi e turisti, l'area protetta del Brindisino continua ad arricchirsi, dunque, anche di testimonianze del passato che raccontano di una necropoli a cremazione risalente al periodo tra il XIII ed il XII secolo a.C. E ora si pensa di esporre in un museo i reperti restaurati.
Le venti tombe sono state scoperte da giugno fino agli inizi di luglio 2022, mentre le altre 15 erano state riportate alla luce lo scorso anno: in una di queste erano stati rinvenuti i resti di una donna e i suoi monili. La necropoli è stata scoperta grazie al lavoro del team di archeologi diretti dal Professor Teodoro Scarano del Dipartimento di Beni culturali dell'Università del Salento. A supportarli anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce - che ha consentito di aprire gli scavi con concessione ministeriale - e il consorzio di gestione di Torre Guaceto, unico ente parto italiano ad aver realizzato un proprio laboratorio archeologico.
Il progetto di ricerca, ripreso in mano nel 2019 con la scoperta fortuita delle prime quattro tombe a incinerazione della tarda Età del Bronzo, affioranti subito sotto la sabbia, vanta diverse collaborazioni sia nazionali che internazionali e vede soprattutto una consolidata partnership con l'Università di Bologna. La scoperta è avvenuta a seguito di una mareggiata che aveva rimosso i livelli sabbiosi superficiali.
I ritrovamenti sono importanti soprattutto per consentire di continuare a ricostruire l'antica storia del luogo che, tra il XII ed il XIII secolo a.C., era differente rispetto a come si presenta attualmente. In particolare si definiscono pian piano i costumi funerari della popolazione insediata nel promontorio della torre aragonese, che aveva allestito il proprio cimitero nell'area dell'attuale spiaggia delle conchiglie. Deponevano le urne funerarie in rientranze naturali della roccia o in pozzetti appositamente scavati e questi contenevano sia i resti umani sia, alcune volte, oggetti di corredo che alla cremazione venivano bruciati con il defunto.

Fonte:
bari.repubblica.it

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