martedì 7 marzo 2023

Israele, segni di trapanazione del cranio in una sepoltura di Tell Megiddo

Megiddo, i resti di due fratelli sepolti sotto le assi del
pavimento della loro casa, uno con un foro nel cranio
(Foto: Kalisher et al., 2023, PLOS One)

Durante gli scavi di una tomba di 3500 anni fa a Tell Megiddo, in Israele, gli scienziati hanno scoperto un teschio con una sorprendente caratteristica: un foro quadrato che è la chiara prova di un'antica operazione al cervello.
Non è possibile sapere se il paziente fosse stato in qualche modo narcotizzato o quanto tempo sia sopravvissuto all'intervento.
Nella sepoltura giacevano i resti di due fratelli vissuti nell'Età del Bronzo (1550-1450 a.C.) e sepolti insieme in un quartiere d'élite di Tell Megiddo. Gli scheletri di entrambi i fratelli mostrano segni di problemi di sviluppo e tracce di malattie croniche. Uno di loro mostra il foro relativo ad un'operazione al cervello.
Quest'ultima procedura prevedeva di praticare un foro nella scatola cranica del paziente. Questo tipo di intervento chirurgico è stato accertato tra i popoli antichi di tutto il mondo, ma è relativamente raro trovare prove di trapanazione cranica nel Medio Oriente.
La teoria degli archeologi è che lo status sociale dei fratelli potrebbe aver permesso loro di accedere a cure e risorse che avrebbero permesso di sopravvivere alla loro malattia più a lungo dei meno fortunati. Dopo la morte di un fratello l'altro potrebbe aver chiesto un intervento chirurgico al cranio nel disperato tentativo di alleviare i forti dolori di cui doveva soffrire.
I due scheletri sono stati identificati come quelli di due fratelli grazie all'analisi del DNA. Vennero sepolti sotto il pavimento della loro abitazione, nella ricca città dell'Età del Bronzo, situata a cavallo delle rotte commerciali tra Egitto, Siria-Mesopotamia e Anatolia. Il centro urbano di Tell Megiddo è fortificato e ricco di templi e architetture monumentali.
La particolare sepoltura dei due fratelli era una residenza di lusso nella quale sono stati rinvenuti ottimi esempi di ceramica, ossa lavorate e metalli preziosi ad indicare una famiglia benestante. Il sito si trovava in una posizione privilegiata, vicino all'ingresso principale della città. Ai due fratelli, inoltre, venne concessa una sepoltura degna dei ranghi superiori della società, accompagnati da ceramiche pregiate ed offerte di cibo.
L'analisi della deposizione e dei corpi ha rivelato che uno dei due fratelli morì nella tarda adolescenza o verso i vent'anni e venne sepolto da uno a tre anni prima dell'altro. Quando il secondo fratello morì a seguito del tentativo di operazione al cranio, il fratello che era morto precedentemente venne riesumato, in modo che potesse essere sepolto insieme con lui. Una pratica comune durante l'Età del Bronzo.
Gli scheletri dei due fratelli mostrano che soffrivano di diversi disturbi: anomalie congenite o dello sviluppo, denti aggiuntivi che non sono spuntati. Il fratello al quale venne trapanato il cranio aveva le ossa di quest'ultimo che non si erano ben chiuse. Le ossa di entrambi, poi, mostrano anche lesioni infettive dovute ad una malattia ancora non individuata, probabilmente la lebbra.
Segni di tagli sul cranio indicano dove è stato tagliato il cuoio capelluto, primo passo della procedura di trapanazione. Poi l'antico chirurgo ha rimosso un pezzo quadrato dell'osso frontale, in apparenza praticando una serie di tagli paralleli simili a scanalature e successivamente staccando pezzi di cranio trovati tra i resti dei due fratelli.
I ricercatori ritengono che il paziente fosse vivo quando venne eseguita l'operazione. Il colore e la smussatura dei bordi del foro mostrano che il taglio è stato praticato sull'osso vivo e che si è prestata attenzione a non perforare il tessuto che ricopre il cervello. Poiché, però, non esistono segni di crescita ossea postoperatoria, sembra probabile che il paziente sia morto durante l'intervento o poco dopo.
La trapanazione era praticata in tutto il mondo antico, sia per ragioni mediche - come alleviare il dolore da trauma cranico - sia per ragioni in apparenza rituali, come liberare gli spiriti maligni che si riteneva albergassero nella testa. Prove di tali interventi chirurgici risalenti a migliaia di anni fa sono state trovate in tutta l'Africa, addirittura alcuni ricercatori ritengono di averne scoperto un esempio già 7000 anni fa in Sudan. Una donna mummificata rinvenuta in una sepoltura nella regione dello Xinjiang, in Cina, mostra che la trapanazione era già pratica, in quella regione, nel 1600 a.C. I Greci e i Romani adottarono, in seguito, questa pratica, che continuò ad essere adottata anche in epoca medioevale.
Ma l'antica chirurgia cerebrale sembra essere stata più comune nelle Americhe, tra le Ande in Perù e Bolivia. L'antropologo della Tulane University, John Verano, ha documentato più di 800 casi nella regione, tanti quanti tutti quelli documentati nel resto del mondo antico messi insieme. Tra il 1400 ed il 1500 d.C. i tassi di sopravvivenza tra gli Incas raggiunsero l'incredibile percentuale del 75-80%.
"La spiegazione più verosimile del perché la trapanazione fosse così comunemente pratica in Perù è quella che venisse utilizzata per trattare le fratture del cranio ed altre complicazioni conseguenti a colpi alla testa", ha affermato il Dottor Verano. La pratica può alleviare la pressione sul cervello dei fluidi che provocano anche gonfiore.

Fonte:
smithsonianmag.com

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