Alessandria d'Egitto, il recupero di una delle statue ad Abu Qair (Foto: Ministero del Turismo e delle Antichità) |
Ad Abu Qair, a nordest di Alessandria d'Egitto sono riemerse, dalle acque del Mediterraneo tre statue di rilevanza storica. Si tratta della prima operazione di recupero subacqueo di questa portata in Egitto negli ultimi 25 anni.
Le opere estratte comprendono una statua colossale in quarzo con i cartigli di Ramses II, una figura in granito pertinente un personaggio che non è stato ancora identificato e di epoca tolemaica, danneggiata dal collo alle ginocchia ed una statua in marmo bianco che rappresenta un esponente dell'aristocrazia romana.
All'operazione hanno assistito non solo i media, ma anche ambasciatori e consoli stranieri oltre ai rappresentanti del Consiglio Supremo delle Antichità e dell'Autorità Generale Egiziana per la Promozione ed il Turismo.
Le indagini recenti hanno confermato la presenza di strutture stabili rimaste a lungo sommerse, probabilmente a causa di fenomeni geologici o di terremoti che ne hanno provocato lo sprofondamento sotto il livello del mare.
Secondo i dati raccolti finora, il sito corrisponderebbe ad una città di epoca romana, che doveva comprendere edifici, templi, cisterne idriche, vasche per l'allevamento ittico, un porto ed alcune banchine. Alcuni studiosi ritengono possa trattarsi di un'estensione della città di Canopo, i cui resti significativi erano stati già rinvenuti nella stessa zona. La stratificazione del sito ha restituito testimonianze riferibili a diverse fasi storiche, dall'epoca faraonica, a quella tolemaica, romana, bizantina ed islamica, delineando una continuità di insediamenti che rende Abu Qair uno dei principali centri di studio per l'archeologia subacquea.
Le ricerche hanno permesso il ritrovamento di molti reperti: anfore recanti bolli commerciali e date di produzione, resti di una nave mercantile con un carico di frutta secca e una bilancia in rame per la pesatura, statue reali e figura di Ushabti, ancore in pietra, monete risalenti alle epoche romana, bizantina ed islamica, oltre a ceramiche, piatti, vasche da allevamento ed una passeggiata marittima lunga 125 metri.
Le opere estratte comprendono una statua colossale in quarzo con i cartigli di Ramses II, una figura in granito pertinente un personaggio che non è stato ancora identificato e di epoca tolemaica, danneggiata dal collo alle ginocchia ed una statua in marmo bianco che rappresenta un esponente dell'aristocrazia romana.
All'operazione hanno assistito non solo i media, ma anche ambasciatori e consoli stranieri oltre ai rappresentanti del Consiglio Supremo delle Antichità e dell'Autorità Generale Egiziana per la Promozione ed il Turismo.
Le indagini recenti hanno confermato la presenza di strutture stabili rimaste a lungo sommerse, probabilmente a causa di fenomeni geologici o di terremoti che ne hanno provocato lo sprofondamento sotto il livello del mare.
Secondo i dati raccolti finora, il sito corrisponderebbe ad una città di epoca romana, che doveva comprendere edifici, templi, cisterne idriche, vasche per l'allevamento ittico, un porto ed alcune banchine. Alcuni studiosi ritengono possa trattarsi di un'estensione della città di Canopo, i cui resti significativi erano stati già rinvenuti nella stessa zona. La stratificazione del sito ha restituito testimonianze riferibili a diverse fasi storiche, dall'epoca faraonica, a quella tolemaica, romana, bizantina ed islamica, delineando una continuità di insediamenti che rende Abu Qair uno dei principali centri di studio per l'archeologia subacquea.
Le ricerche hanno permesso il ritrovamento di molti reperti: anfore recanti bolli commerciali e date di produzione, resti di una nave mercantile con un carico di frutta secca e una bilancia in rame per la pesatura, statue reali e figura di Ushabti, ancore in pietra, monete risalenti alle epoche romana, bizantina ed islamica, oltre a ceramiche, piatti, vasche da allevamento ed una passeggiata marittima lunga 125 metri.
Fonte:
finestresullarte.info
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