giovedì 5 aprile 2018

La testa di Djehutynakht e le origini degli antichi Egizi

Egitto 1915, lo scavo della tomba di Djehutynakht
(Foto: Museum of Fine Arts, Boston)
Nel 1915 un team di archeologi americani, durante lo scavo della necropoli egiziana di Deir el-Bersha fece brillare dell'esplosivo in una tomba nascosta. All'interno della camera sepolcrale in calcare hanno trovarono una mummia smembrata sopra un sarcofago in cedro.
La tomba è stata etichettata con il numero 10A è il luogo dell'ultimo riposo di un governatore di nome Djehutynakht e di sua moglie. I tombaroli hanno saccheggiato gran parte della tomba e del corredo funebre, smembrando la mummia prima di fuggirsene via. Gli archeologi hanno recuperato, dalla sepoltura, frammenti di sarcofagi dipinti e statuette in legno sopravvissuti all'opera dei saccheggiatori. I reperti sono stati inviati al Museum of Fine Arts di Boston nel 1921.
La maggior parte del contenuto della sepoltura è stata custodita nel deposito del museo fino al 2009, anno nel quale sono stati esposti al pubblico. La "star" della collezione era, evidentemente, la testa della mummia di Djehutynakht, il cui tronco era rimasto in Egitto.
Egitto 1915, gli oggetti presenti nella tomba di
Djehutynakht (Foto: Museum of Fine Arts, Boston)
Per stabilire se il reperto apparteneva al governatore oppure a sua moglie, bisognava sottoporlo all'esame del Dna che all'epoca, nel 2009, non ebbe molto successo. Per risolvere il caso, il Museum of Fine Arts si è rivolto al Federal Bureau of Investigation che mai, prima di allora, aveva lavorato su un materiale genetico così antico.
Il governatore Djehutynakht e sua moglie vissero intorno al 2000 a.C., durante il Medio Regno. Djehutynakht era governatore di una regione dell'Alto Egitto. Anche se le pareti della sepoltura dei coniugi erano prive di decorazioni, i sarcofagi erano stati abbelliti con eleganti geroglifici. "Il suo sarcofago è un capolavoro dell'arte del Medio Regno", ha detto Marleen De Meyer, assistente archeologa ed egittologa dell'Istituto dei Paesi Bassi al Cairo.
Gli archeologi del 1915 lasciarono testimonianze scritte sull'esplorazione della sepoltura e sul fatto che le parti smembrate della mummia che vi trovarono potevano appartenere ad una donna, presumibilmente la moglie del governatore Djehutynakht. La Dottoressa De Meyer, al contrario, sospetta che la testa appartenga alla mummia del governatore.
Le analisi della testa della mummia ha rivelato che era mancante degli zigomi e di parte della mascella, caratteristiche che avrebbero potuto fornire molti indizi sull'identità del defunto. Inoltre questa scoperta aggiunge un altro mistero: perché il defunto venne privato degli zigomi e di parte della mascella? Il Dottor Paul Chapman, neurochirurgo, e il Dottor Gupta hanno supposto che il danneggiamento della mascella potrebbe essere dovuto ad una pratica della mummificazione conosciuta come "cerimonia dell'apertura della bocca", che serviva per garantire al defunto di mangiare, bere e respirare nell'aldilà.
La testa mummificata di Djehutynakht
(Foto: 
Museum of Fine Arts, Boston)
"E' stato fatto un taglio molto preciso", ha detto il Dottor Gupta riferendosi alla rimozione chirurgica di una parte della mandibola. Alcuni medici ed alcuni egittologi, però, dubitano che gli antichi Egizi possedessero le capacità necessarie né gli attrezzi per svolgere questo tipo di operazione.
A questo punto sia i medici che il personale del museo hanno pensato di poter avere miglior fortuna recuperando il Dna dai molari della mummia che, spesso, sono delle vere e proprie capsule del tempo. Così è stato estratto un dente della vittima con molta precauzione, si tratta di un dente perfettamente conservato che è stato inviato all'FBI per essere analizzata.
Il Dottor Loreille ha forato il nucleo del dente estraendone del materiale per analizzarlo. L'analisi ha rilevato segni di danni importanti ed ha rivelato che il dente apparteneva ad un uomo. La testa, pertanto, appartiene proprio al governatore Djehutynakht. L'esame del Dna ha ingenerato un altro mistero. Per secoli gli archeologi e gli storici hanno discusso le origini degli antichi Egizi e come siano collegati agli attuali abitanti dell'Africa del nord. Con grande sorpresa dei ricercatori, il Dna mitocondriale del governatore ha rivelato che la sua ascendenza materna (aplogruppo) era eurasiatica. Un aplogruppo europeo, dunque. Il Dna è stato ulteriormente sottoposto ad analisi per confermare questa importantissima scoperta. Le ulteriori analisi hanno confermato che l'apogruppo di Djehutynakht erano più vicini ai moderni europei rispetto agli attuali Egiziani, che hanno un'ascendenza africana subsahariana.
La Dottoressa Verena Schunemann, paleogenetista dell'Università di Zurigo, che ha guidato lo studio del Dna della mummia del governatore egizio, sostiene che il futuro lavoro sul Dna antico potrà contribuire a comprendere come si siano spostate diverse popolazioni e come si siano mescolati, nel corso dei millenni, le genti che hanno abitato l'Egitto.

Fonte:
mytimes.com

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