Il perimetro della chiesa scoperta nel viterbese (Foto: AdnKronos) |
La località è indicata con il toponimo di "Piana di S. Valentino", identificato sulla base di un documento del XV secolo. Qui è stata fatta un'altra eccezionale scoperta in un'area archeologica nei monti Cimini compresa tra i monti di S. Antonio, Turello e Roccaltia: il perimetro di quella che doveva essere un'imponente chiesa, una necropoli con tombe romaniche e antropomorfe, oltre a fibule, monete e scheletri. La chiesa ha unica navata di 20 metri per otto e strutture murarie di oltre un metro. E' posizionata su un'altura.
"Si tratta - spiega Giancarlo Pastura, archeologo della Tuscia University e direttore del Museo Archeologico Agro Cimino - di un'area inedita, dove a partire dal 2015 l'Università della Tuscia, in collaborazione con la Soprintendenza e il Comune di Soriano nel Cimino, ha avviato lo scavo di questo grande edificio di culto, databile al XII secolo d.C., rifondato però su un edificio di culto ancora più antico, del VII-IX secolo, di cui è stata rinvenuta anche l'epigrafe dedicatoria. Adiacente a questo edificio - continua Pastura - c'è un'estesa area di necropoli attribuibile all'epoca alto medioevale e a quella pienamente medioevale. La prima necropoli è composta di tombe 'a logette', antropomorfe con l'incavo per la testa, di periodo altomedioevale, poi c'è la necropoli romanica, ma le testimonianze attorno all'area sono tante altre. Testimonianze di epoca romana, legate alle ville rustiche e poi le pestarole, vasche scavate nel masso tufaceo dedicate all'attività lavorativa, probabilmente legate alla produzione del vino. Un esempio della maestosità dell'edificio romanico viene dalla soglia rinvenuta ancora nel sito, realizzata con grande cura e che ci indica l'importanza della committenza e l'importanza del corpo di fabbrica, a testimonianza dei preziosi materiali ritrovati che attestano una forte assonanza stilistica con i principali edifici romani presenti nella stessa zona. Sulla soglia, inoltre, ci sono figure che richiamano temi ben precisi ma ancora da studiare per definire l'esatta cronologia".
Gli archeologi sono anche riusciti a scoprire che tipo di individui frequentava questa zona e le attività che vi svolgevano. Le analisi antropologiche condotte su uno degli scheletri ritrovati ha evidenziato che queste persone praticavano lavori manuali molto pesanti, avevano un'alimentazione squilibrata, il loro lavoro richiedeva l'utilizzo dei denti. Questi individui consumavano molta carne e pochissimi carboidrati. La morte, in questo gruppo umano, era molto precoce.
Le sepolture erano costruite in muratura. I sarcofagi ed i materiali lapidei sembrano potersi collocare cronologicamente in periodi antecedenti alla chiesa romanica, che attestano un fenomeno di riutilizzo e di spoliazione delle numerose ville rustiche presenti ai piedi del monte di Roccaltia.
Tantissimi i reperti provenienti dallo scavo: fibule, chiavi, materiali lapidei, ceramiche monete, ornamenti, metalli, ossa, tutti trasportati nel Museo Civico Archeologico dell'Agro Cimino.
"Si tratta - spiega Giancarlo Pastura, archeologo della Tuscia University e direttore del Museo Archeologico Agro Cimino - di un'area inedita, dove a partire dal 2015 l'Università della Tuscia, in collaborazione con la Soprintendenza e il Comune di Soriano nel Cimino, ha avviato lo scavo di questo grande edificio di culto, databile al XII secolo d.C., rifondato però su un edificio di culto ancora più antico, del VII-IX secolo, di cui è stata rinvenuta anche l'epigrafe dedicatoria. Adiacente a questo edificio - continua Pastura - c'è un'estesa area di necropoli attribuibile all'epoca alto medioevale e a quella pienamente medioevale. La prima necropoli è composta di tombe 'a logette', antropomorfe con l'incavo per la testa, di periodo altomedioevale, poi c'è la necropoli romanica, ma le testimonianze attorno all'area sono tante altre. Testimonianze di epoca romana, legate alle ville rustiche e poi le pestarole, vasche scavate nel masso tufaceo dedicate all'attività lavorativa, probabilmente legate alla produzione del vino. Un esempio della maestosità dell'edificio romanico viene dalla soglia rinvenuta ancora nel sito, realizzata con grande cura e che ci indica l'importanza della committenza e l'importanza del corpo di fabbrica, a testimonianza dei preziosi materiali ritrovati che attestano una forte assonanza stilistica con i principali edifici romani presenti nella stessa zona. Sulla soglia, inoltre, ci sono figure che richiamano temi ben precisi ma ancora da studiare per definire l'esatta cronologia".
Gli archeologi sono anche riusciti a scoprire che tipo di individui frequentava questa zona e le attività che vi svolgevano. Le analisi antropologiche condotte su uno degli scheletri ritrovati ha evidenziato che queste persone praticavano lavori manuali molto pesanti, avevano un'alimentazione squilibrata, il loro lavoro richiedeva l'utilizzo dei denti. Questi individui consumavano molta carne e pochissimi carboidrati. La morte, in questo gruppo umano, era molto precoce.
Le sepolture erano costruite in muratura. I sarcofagi ed i materiali lapidei sembrano potersi collocare cronologicamente in periodi antecedenti alla chiesa romanica, che attestano un fenomeno di riutilizzo e di spoliazione delle numerose ville rustiche presenti ai piedi del monte di Roccaltia.
Tantissimi i reperti provenienti dallo scavo: fibule, chiavi, materiali lapidei, ceramiche monete, ornamenti, metalli, ossa, tutti trasportati nel Museo Civico Archeologico dell'Agro Cimino.
Solo le memorie del passionista Germano di San Stanislao descrivono un edificio di culto di notevoli dimensioni costruito in blocchi squadrati di peperino non legati da malta delle quali durante le ricognizioni del 2014 erano visibili, oltre ad un muro perimetrale a grandi blocchi, i resti di una struttura affiancata da un edificio a pianta rettangolare e sarcofagi monolitici ricavati direttamente sul posto, non più in giacitura primaria. E' stata rinvenuta, tra gli altri elementi, un'iscrizione altomedioevale, perfettamente combaciante con altri frammenti della stessa rinvenuti in una campagna di scavo precedente, all'interno degli strati di crollo, attestante la dedica dell'edificio a S. Valentino in un periodo antecedente a quello della documentazione scritta.
Fonte:
qaedutiria.it
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