giovedì 13 maggio 2021

Ercolano, chi era il misterioso soldato?

Ercolano, i resti del soldato romano trovati nell'antica città
(Foto: Parco Archeologico di Ercolano)
Gli archeologi italiani stanno studiando i resti di un soldato romano caduto a faccia in avanti nella sabbia di Ercolano, quando il Vesuvio eruttò nel 79 d.C. Questo scheletro suggerisce che centinaia di Romani in fuga dall'eruzione del Vesuvio erano sul punto di essere salvati, ma che morirono proprio ad un passo dalla salvezza.
Ercolano venne sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. I lavori in questo sito sono iniziati 40 anni fa, quando vennero rinvenuti i resti di 300 persone nei pressi della spiaggia della città. Una volta che saranno completati i lavori di scavo e di messa in sicurezza del luogo, i visitatori potranno passeggiare sulle orme dei ricchi Romani che perirono durante l'eruzione.
I resti del soldato romano sono stati rinvenuti durante il primo scavo sulla spiaggia della città. Si pensa che si tratti di un ufficiale di marina, forse proprio della flotta di soccorso inviata da Plinio il Vecchio nel Golfo di Napoli durante l'eruzione. Una prima analisi ossea dei resti ossei ha rivelato che il soldato aveva un'età compresa tra i 40 ed i 45 anni, che era sano ed aveva un fisico allenato. Con i resti ossei di questo antico soldato sono stati ritrovati frammenti di armatura ed una borsa a tracolla contenente una serie di piccoli strumenti di falegnameria. Inoltre l'uomo aveva con sé un prezioso pugnale ed una cintura di cuoio con placche d'argento e d'oro dalla quale pendeva una spada con un'elsa d'avorio.
Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano, ritiene che i resti ossei non sono attribuibili ad uno dei soldati di stanza ad Ercolano, perché sono note guarnigioni dell'esercito nell'area vesuviana. Rimane in piedi l'ipotesi che possa trattarsi di un pretoriano, facente parte delle guardie del corpo dell'imperatore. La ricca panoplia di armi, molto simile a quelle ritrovate nel 1900 in uno scavo in località Bottaro di Pompei indosso a quello che sembra essere stato se non proprio l'ammiraglio della flotta di Plinio il Vecchio almeno un alto ufficiale della marina e gli attrezzi da lavoro che l'uomo portava con sé, hanno fatto pensare ai ricercatori ad un faber navalis, una figura ben conosciuta sulle navi militari romane. Praticamente si trattava di un ingegnere specializzato in lavori di carpenteria. Questa ipotesi viene ulteriormente confermata dal fatto che i resti dell'uomo sono stati ritrovati a poca distanza da quelli di un'imbarcazione militare.
Sepolti accanto all'uomo sono stati scoperti 12 denari d'argento e due d'oro, il salario mensile di una guardia pretoriana. La prossima fase dei lavori di restauro si concentrerà sulle armi recuperate accanto al corpo del soldato.

Fonti:
ancient-origins.net
open.online


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