giovedì 25 settembre 2025

Puglia, tomba ellenistica rinvenuta a Manduria

Puglia, la tomba a camera scoperta
(Foto: quotidianoarte.com)

Durante i lavori per nuovi tronchi fognari in via Scarciglia, a Manduria, è stata scoperta una tomba a camera ellenistica del IV secolo a.C. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio ha diretto il ritrovamento, che arricchisce le conoscenze sulle pratiche funeraria messapiche e conferma l'importanza archeologica dell'area.
La tomba, parte di un complesso funerario, ha due ambienti. Il primo, un dromos o anticamera, ha intonaco rosso con una fascia bianca in rilievo. All'interno sono stati trovati vasi, lucerne, unguentari e piatti del IV secolo a.C. L'ingresso alla camera funeraria ha una trabeazione modanata, indicando un'architettura curata per un defunto di rango elevato. La porta in pietra intonacata di rosso era a doppio battente, del quale sono stati rinvenuti diversi frammenti. All'interno ci sono tracce di intonaco dipinto e quattro incassi rettangolari sul lato sud, probabilmente per un lettino funebre.
Gli archeologi hanno trovato una seconda sepoltura adiacente, ancora sigillata dall'esterno, ma senza corredi, probabilmente asportati in epoca antica. Nella camera è stata recuperata una moneta romana, un denario repubblicano, che indica una frequentazione successiva alla costruzione della tomba. Dopo le indagini si sta effettuando un rilievo fotogrammetrico della tomba per creare un modello digitale in 3D.

Fonte:
quotidianoarte.com


Albania, scoperta una tomba romana monumentale

Albania, la tomba romana appena scoperta
(Foto: ilgiornaledellarte.com)

Nell'Albania orientale, nella valle di Bulqize, presso il villaggio di Strikçan, una squadra di archeologi albanesi ha portato alla luce una tomba romana monumentale, datata tra il III ed il IV secolo d.C., la prima di questo tipo rinvenuta nel paese balcanico.
La scoperta è avvenuta all'inizio di agosto, quando l'Istituto di Archeologia ha avviato gli scavi dopo la segnalazione di alcuni abitanti che avevano notato pietre insolite in un altipiano vicino al confine con la Macedonia del nord. L'indagine ha rivelato una struttura sotterranea di 9 metri per 6, alta 2,40 metri, costruita con grandi lastre di calcare incise con lettere greche. La tomba si articola in tre ambienti principali: una grande scalinata d'accesso, un'anticamera e la camera di sepoltura.
Il sepolcro, molto più imponente rispetto ad altri ritrovamenti nell'area, apparteneva con ogni probabilità ad un membro facoltoso della società. A confermarlo sono anche i reperti rinvenuti: un frammento di tessuto ricamato con fili d'oro, recipienti in vetro, manufatti in osso e coltelli.
Secondo il responsabile degli scavi, Erikson Nikolli, l'iscrizione principale, bilingue, indica che la persona sepolta si chiamava Gelliano e che aveva dedicato la tomba a Giove. E' probabile che un secondo individuo, forse un familiare, fosse sepolto nello stesso luogo. Si tratta della prima iscrizione di questo tipo rinvenuta nella regione, a testimonianza del livello culturale che caratterizzava l'area nell'antichità.
Altri testi incisi, non ancora decifrati, potrebbero appartenere ad un monumento vicino oggi circondato da campi di mais e da una cava. Il sito era stato già violato in passato: una prima volta in età antica e successivamente quando macchinari pesanti avevano spostato un masso sopra la camera funeraria.

Fonte:
ilgiornaledellarte.com

Sicilia, rinvenuto un polycandelon bizantino intatto

Sutera, il polycandelon bizantino rinvenuto integro
(Foto: siciliafan.it)

Nel corso delle indagini archeologiche condotte a Monte San Paolino, nel territorio di Sutera, in provincia di Caltanissetta, è stato rinvenuto un polycandelon di epoca bizantina in bronzo, integro e con quattro alloggiamenti per lucerne del diametro di circa 15 centimetri.
Gli scavi sono condotti dai Gruppi Archeologici d'Italia con la direzione scientifica della Soprintendenza di Caltanissetta e la collaborazione del direttore del Centro regionale per la progettazione e il restauro della Regione Siciliana, Ferdinando Maurici.
Il manufatto presenta una corona circolare collegata ad un nucleo centrale più piccolo tramite quattro barre radianti; elementi cruciformi separano i tre alloggiamenti esterni. In origine era sospeso mediante catenelle, dettaglio che ne chiarisce la funzione e l'inquadramento culturale.
Si pensa ad un occultamento volontario, verosimilmente in un momento di grave pericolo, come l'invasione musulmana del IX secolo. Non si tratterebbe, infatti, dell'unico oggetto di pregio o di veri e propri tesori monetali nascosti in simili circostanze e noto alla letteratura archeologica. 
Dalle risultanze dello scavo emerge che il candeliere venne occultato con cura in un foro ricavato nella roccia gessosa del Castello di Sutera, oggi quasi del tutto scomparso e sigillato con un tappo di malta.
Il polycandelon è un dispositivo di illuminazione tardoantico-bizantino, in genere un disco traforato in metallo (rame o bronzo) sospeso per catene, concepito per sostenere più lucerne a olio e illuminare con intensità spazi sacri o domestici. Esemplari museali mostrano dischi a traforo, raggi che collegano nucleo centrale e corona, fori per alloggiamenti e motivi cristiani (croci, alfa-omega).

Fonte:
siciliafan.it

lunedì 8 settembre 2025

Germania, scoperta una fabbrica di giocattoli medioevali a Friburgo

Friburgo, gli scavi visti dall'alto (Foto: Denkmalpflege
Baden-Wurttemberg)

Durante gli scavi per la nuova Scuola Superiore di Finanza a nord del centro storico di Friburgo, in Germania, è emersa una fornace del XIII secolo dedicata alla produzione di giocattoli in argilla. I lavori di scavo, avviati alla fine di marzo 2025, rientrano nella categoria degli scavi di archeologia preventiva, condotti sotto la supervisione dell'Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti del Baden-Wurttemberg, presso il Consiglio Regionale di Stoccarda.
Secondo l'archeologo Bertram Jenisch, il sito conserva gran parte la stratificazione dell'inizio del XIII secolo, nonostante la costruzione dell'ospedale universitario, distrutto durante la seconda guerra mondiale. Una delle scoperte più significative riguarda la Ziegelgasse, una strada medioevale la cui posizione originaria è rimasta tendenzialmente intatta. Lungo quest'asse viario si trovano edifici in pietra con cantine, appartenenti a famiglie di artigiani, le cui abitazioni differiscono notevolmente dalle tipologie del centro storico: più semplici, senza cantine a due piani e progettate per soddisfare le esigenze quotidiane dei residenti.
I reperti rinvenuti testimoniano la pianificazione sistematica della Neuburg, realizzata poco dopo il 1240 sotto il conte Corrado di Friburgo. La rete stradale fu creata per prima, seguita dalla costruzione di un muro continuo che delimitava una sorta di zona commerciale. Lo spazio tra strada e muro veniva suddiviso e ampliato dai residenti per ospitare edifici commerciali e fornaci, probabilmente per ragioni di sicurezza antincendio, considerando la vicinanza tra le strutture.
La scoperta più affascinante riguarda le fornaci stesse. Per la prima volta negli scavi di soccorso condotti a Friburgo, sono state identificate fornaci dedicate alla produzione di ceramiche di uso locale risalenti al XIII e XIV secolo. Tra questi ritrovamenti, uno in particolare ha catturato l'attenzione degli archeologi: una fornace utilizzata da un artigiano specializzato nella realizzazione di giocattoli in argilla. Sono stati rinvenuti numerosi frammenti di piccole statuette raffiguranti figure femminili con copricapi, uomini con cappelli ed animali, che offrono un raro spaccato sulla produzione artigianale e sulla vita quotidiana del tempo.

Fonte:
finestresullarte.info

domenica 7 settembre 2025

Sicilia, rinvenuto, in fondo al mare, un elmo della battaglia delle Isole Egadi in fondo

Sicilia, l'elmo recuperato nelle acque delle Egadi
(Foto: finestresullarte.info)

Scoperta straordinaria nelle acque delle isole Egadi: i subacquei hanno riportato alla luce un elmo in bronzo in eccezionale stato di conservazione dall'area della storica battaglia delle Isole Egadi del 241 a.C. Con il reperto sono riemerse anche una maniglia in bronzo e armi individuate tramite indagini radiologiche.
Il ritrovamento, avvenuto lo scorso agosto ma la notizia è stata data solo di recente, getta nuove luci su uno degli episodi più significativi della storia antica del Mediterraneo.
A rinvenire l'importantissimo reperto sono stati i subacquei altofondisti della Società per la documentazione dei siti sommersi (Sdss), guidati da Mario Arena, sotto la supervisione della Soprintendenza del Mare, con il supporto dell'Area marina protetta, del Comune di Favignana e della Capitaneria di porto.
Il manufatto proviene da un'area di mare carica di memoria. Qui, nel 241 a.C., si combatté la battaglia delle Isole Egadi, scontro decisivo della prima guerra punica tra Roma e Cartagine. L'elmo, del tipo utilizzato dalle truppe romane tra IV e I secolo a.C., rappresenta uno dei ritrovamenti più importanti degli ultimi anni, sia per l'integrità del reperto, sia per il contesto storico al quale rimanda.
Il recupero dell'elmo si inserisce in un'attività di ricerca più ampia, che negli anni ha portato alla scoperta di numerosi reperti legati tanto alla battaglia delle Isole Egadi quanto ad altre epoche. Durante la stessa campagna è stata riportata in superficie anche una grande maniglia di bronzo proveniente dal cosiddetto "relitto del banco dei pesci", datato al V secolo d.C. La funzione dell'oggetto resta incerta, ma la sua lavorazione e le sue dimensioni ne fanno un pezzo di grande interesse per gli studiosi.
Le ricerche si sono avvalse delle più avanzate tecniche diagnostiche. Presso lo studio radiologico del Dottor Giuseppe Perricone, a Trapani, sono state eseguite tomografie computerizzate (Tac) su circa 30 reperti metallici recuperati in anni precedenti ed ancora coperti da uno spesso strato di incrostazioni. Le indagini hanno permesso di identificare, all'interno delle concrezioni, spade, lance e giavellotti, armi utilizzate nello scontro del 241 a.C., celate per duemila anni nei fondali marini.
La battaglia delle Isole Egadi, combattuta il 10 marzo del 241 a.C., rappresentò la conclusione della prima guerra punica. Lo scontro vide la flotta romana, guidata da Gaio Lutazio Catulo, prevalere su quella cartaginese comandata da Annone. La vittoria consentì a Roma di avviare la campagna di supremazia nel Mediterraneo occidentale.
Lo straordinario elmo di Montefortino, appena scoperto, è in straordinario stato di conservazione: conserva ancora, integri, i paraguance, il che lo rende un reperto estremamente raro, che può offrire agli studiosi dati preziosi sulla tipologia di equipaggiamento utilizzata dai soldati romani e sulle tecniche di fabbricazione del periodo.
Nel contempo è stato pulito il rostro numero 25, già recuperato in una precedente campagna. Si tratta di un rostro romano che presenta l'iscrizione "Ser. Solpicio C.F. Quaestor Probavi(t)", da tradursi, probabilmente, come "Servio Sulpicio, questore, figlio di Gaio approvò", sottinteso il rostro. Il Gaio, di cui il questore nominato era il figlio, potrebbe essere identificato con Gaio Sulpicio, console dal 243 a.C., in piena guerra punica.

Fonte:
finestresullarte.info

Tarquinia, trovata una sepoltura intatta nella necropoli di Monterozzi

Tarquinia, l'ingresso alla tomba appena
scoperta (Foto: finestresullarte.info)

Nella necropoli tarquiniese dei Monterozzi, patrimonio Unesco insieme a quella della Banditaccia a Cerveteri, si è conclusa la prima campagna di scavi promossa dal Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Le indagini hanno portato alla scoperta di una tomba a camera etrusca rimasta intatta, da datarsi, con tutta probabilità, alla fine dell'VIII secolo a.C.
All'interno della sepoltura è stata trovata una sola banchina modanata destinata alla sepoltura. Durante le operazioni di pulizia delle pareti e del letto funebre sono emerse tracce di colore rosso e giallo, riconducibili ad una semplice decorazione pittorica a fasce, la più antica finora documentata a Tarquinia.
Il corredo funebre, spostato a causa delle infiltrazioni dell'acqua e frammentato per il crollo di parte della copertura della sepoltura, è stato in gran parte recuperato ed è sottoposto attualmente a restauro. Tra i reperti figurano vasi d'impasto non tornito e di argilla depurata, ornamenti personali e vasellame in lamina di bronzo. Particolarmente numerosi dei piccoli anelli di bronzo, disseminati in tutto l'ambiente.
Lo spazio antistante all'ingresso dell'ipogeo, delimitato in parte da grandi blocchi calcarei, fu in seguito riutilizzato per una seconda sepoltura, probabilmente più recente, anch'essa accompagnata da un corredo recuperato in frammenti.
Il sepolcro ipogeo, di ridotte dimensioni e del tipo a "fenditura superiore", scavato nel banco calcareo ricco di resti fossili e marini, si trova ai margini del pianoro dei Monterozzi, in una zona periferica del complesso monumentale, con una veduta suggestiva sull'antica città. In quest'area le indagini condotte dalla Fondazione Lerici tra gli anni '50 e '70 del Novecento non avevano segnalato testimonianze archeologiche di rilievo.

Fonte:
finestresullarte.info

Ibiza, rinvenuta statuetta lignea di Eracle

Spagna, la statuetta raffigurante Eracle (Foto: stilearte.it) Una rara scultura in legno raffigurante Ercole è emersa sulle coste di Ibiza ...