domenica 2 novembre 2025

Ibiza, rinvenuta statuetta lignea di Eracle

Spagna, la statuetta raffigurante Eracle
(Foto: stilearte.it)

Una rara scultura in legno raffigurante Ercole è emersa sulle coste di Ibiza, l'antica Ebusus, consegnandoci un frammento tangibile della devozione e della vita religiosa sotto il dominio romano. La scoperta è avvenuta durante i lavori di scavo in preparazione di un complesso residenziale. 
La statuetta giaceva all'interno di una fossa di rifiuto che in origine era un silo per il grano romano, trasformato nei secoli in un contenitore di detriti. Le condizioni particolari, con acqua sotterranea in risalita ed assenza di ossigeno, hanno creato un ambiente anaerobico, proteggendo il legno dall'azione dei microrganismi e garantendone una conservazione sorprendentemente integra, comparabile solo ai ritrovamenti delle torbiere settentrionali europee, ma quasi impensabile sotto il sole di Ibiza.
Ebusus, l'antica Ibiza, entrò a far parte del mondo romano dopo la caduta di Cartagine nel 146 a.C., divenendo velocemente un porto prospero, nodo commerciale strategico e luogo di incontro tra mercanti, militari e coloni. La presenza di una scultura di Ercole non è casuale: l'eroe, già noto nella tradizione greca come Eracle, fu reinterpretato dai Romani, assumendo significati simbolici profondi legati al coraggio, alla forza e alla protezione dei confini. Su quest'isola, il culto di Ercole era probabilmente diffuso tra chi partecipava alle attività marittime e commerciali, figure che necessitavano di una protezione contro i pericoli del mare e della navigazione.
La scultura è stata trasferita al Museo Archeologico di Ibiza e Formentera, insieme a calzature, utensili e resti vegetali che, tutti insieme, restituiscono una testimonianza straordinaria della vita quotidiana e della religiosità dell'isola. Gli esperti hanno stabilizzato il legno in un ambiente controllato per evitarne la disintegrazione, un lavoro che richiederà mesi, mentre il rinvenimento di noccioli di frutta permette di ricostruire anche le pratiche agricole e l'ecologia dell'epoca.

Fonte:
stilearte.it

Sicilia, scoperta una navis lapidaria romana nelle acque di Kamarina

Ragusa, i resti della nave lapidaria romana scoperti al 
largo della costa (Foto: quotidianodiragusta.it)

E' stato recentemente individuato e parzialmente analizzato un antico relitto romano, una navis lapidaria risalente al II secolo d.C., a circa 2 chilometri dalla costa dell'antica Kamarina, nel comune di Ragusa.
Kamarina venne fondata agli inizi del VI secolo a.C. (598-597 a.C.) dai Greci di Siracusa, sul promontorio delimitato dai fiumi Ippari a nord e Oanis a sud. Lo scopo dell'insediamento era quello di creare un presidio lungo la rotta africana e frenare l'espansione verso sud di Gela, che una ventina di anni dopo, fonderà Akragas.
Divenuta rapidamente un importante centro agricolo e di riferimento per i fiorenti traffici commerciali dell'entroterra ibleo e anche dei Siculi, la colonia entrò presto in conflitto con la città-madre Siracusa, conflitto che durò a lungo. Secoli dopo, il suo porto, ormai sotto il dominio romano, visse ancora un periodo di floridezza, ma negli anni dell'impero perse importanza a favore del porto poco distante di Kaukana.
Il ritrovamento è il risultato del Kaukana Project, un'iniziativa di ricerca che vede la stretta collaborazione tra l'Università di Udine, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e l'Institute of Nautical Archaeology del Texas. Il progetto, avviato sette anni fa su impulso dell'archeologo Sebastiano Tusa, si concentra nell'area costiera tra Kamarina, Kaukana e Ispica, un tempo nodo cruciale per i traffici nel Mediterraneo.
Il relitto ha rivelato un carico significativo pe la ricostruzione delle rotte commerciali romane. A bordo sono state rinvenute due colonne semilavorate di marmo numidico, blocchetti di arenaria e marmo grigio oltre a numerose anfore africane. La presenza del marmo proveniente dall'Africa già a partire dal I secolo a.C. conferma l'importanza degli scambi marittimi con le coste meridionali del Mediterraneo.
Attualmente le ricerche si stanno concentrando sull'analisi dettagliata dello scafo e sul prelievo di campioni per analisi paleobotaniche. 

Fonte:
ilgiornaledellarte.com

Camerino, riemergono i resti dell'antica chiesa di San Michele Arcangelo e tombe romane

Camerino, la pianta dell'antica chiesa di S. Michele
Arcangelo (Foto: finestresullarte.com)

Indagini archeologiche in corso, in questi giorni, nel centro storico di Camerino, nell'area di demolizione dell'ex albergo Roma e del Cinema Teatro Ugo Betti, stanno riportando alla luce antiche vestigia che arricchiscono la conoscenza del passato più antico della città.
Le indagini condotte dalle società archeologiche Sama e Archeolab, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza, hanno interessato il sedime dell'antica chiesa di San Michele Arcangelo, demolita nel 1938 ma nota dalle fonti d'archivio.
I sondaggi preliminari hanno dimostrato che le demolizioni storiche avevano coinvolto solo le strutture fuori terra, permettendo la conservazione in loco da una parte delle fondazioni delle murature perimetrali e interne, dall'altra di strutture funerarie ipogee destinate ad ospitare tombe familiari di epoca preromana (VI-V secolo a.C..), romana e tardoantica (IV secolo d.C.). Successive indagini hanno rivelato la planimetria dell'edificio sacro e le aree di sepoltura. Nella parte centrale della navata sono stati scoperti ambienti ipogei voltati con intonaci dipinti, pertinenti forse ad una cripta o a spazi liturgici di particolare pregio.
Le analisi stratigrafiche hanno evidenziato più fasi edilizie, confermando la maestria costruttiva e decorativa che caratterizzò l'edificazione della chiesa. Il sito, infatti, vanta una considerevole valenza storico-archeologica. Le indagini proseguiranno nei prossimi mesi con l'obiettivo di approfondire le fasi più antiche, riferibili all'epoca medioevale e romana, ricostruendo, quindi, la cronologia evolutiva dell'area.

Fonti:
ilgiornaledellarte.com
regione.marche.it

Policoro, memorie antiche celate dal terreno: l'antico teatro della città

Policoro, il sito del teatro (Foto: finestresullarte.info)

Il Parco Archeologico di Herakleia (Policoro, in provincia di Matera) continua a svelare capitoli inediti della storia della Magna Grecia. Lungo il pendio meridionale della Collina del Barone, una serie di indizi emersi nel corso di indagini scientifiche ha portato all'individuazione di una vasta struttura semicircolare che, secondo le interpretazioni più recenti, corrisponderebbe al teatro della città antica. Una scoperta che apre nuove prospettive sulla conoscenza urbanistica e culturale di uno dei centri più importanti della Lucania greca.
I primi segnali della presenza di una grande architettura erano emersi durante un'analisi di superficie e rilievi aerofotogrammetrici, che avevano mostrato anomalie nel terreno. Indizi confermati, in seguito, da una campagna di indagini geofisiche condotte dal team dell'Università della Basilicata, che ha messo in luce un complesso sistema di linee magnetiche concentriche e di grandi dimensioni. La forma e il contesto topografico hanno indirizzato gli studiosi sull'ipotesi della presenza di un teatro, collocato in posizione scenografica sul declivio che domina l'antica città.
La posizione non è casuale, d'altro canto: proprio di fronte alla struttura sorgeva il santuario di Dioniso, divinità delle arti teatrali oltre che dell'ebbrezza, al quale nell'antica Grecia erano consacrate le rappresentazioni teatrali. Il legame tra culto dionisiaco e spazio teatrale rafforza ulteriormente l'interpretazione proposta dagli archeologi.
Il progetto di ricerca si avvale delle risorse destinate alla ricerca archeologica dai Musei Nazionali di Matera. La campagna archeologica vera e propria inizierà nel mese di novembre e sarà eseguita direttamente dal Ministero della Cultura, sotto la direzione scientifica del Dottor Carmelo Colelli.
Il teatro, simbolo per eccellenza della vita comunitaria, emerge dal sottosuolo di Policoro a simbolo della continuità tra passato e presente. La sua individuazione amplia la conoscenza scientifica di Herakleia.
Herakleia fu una colonia greca, posizionata su una collina tra la foce del fiume Agri e quella del fiume Sinni. Nel parco archeologico sono ancora visibili alcuni resti della città di Siris e, in particolare, una fortificazione in mattoni crudi e piccole aree sacre. Herakleia venne fondata da Taranto e Thourioi nel 433 a.C. sui resti di un'altra colonia greca, Siris. Assunse un ruolo politicamente molto importante e ospitò la riunione dei popoli della lega italiota nel 374 a.C. Qui si svolse, nel 280 a.C., la Battaglia di Herakleia, che vide Pirro vincitore sui romani grazie all'utilizzo degli elefanti da guerra. La città divenne, in seguito, confederata della Repubblica romana nel 272 a.C. e venne saccheggiata sia da Annibale che da Spartaco.

Fonti:
finestresullarte.info
sitiarcheologiciditalia.it

Ibiza, rinvenuta statuetta lignea di Eracle

Spagna, la statuetta raffigurante Eracle (Foto: stilearte.it) Una rara scultura in legno raffigurante Ercole è emersa sulle coste di Ibiza ...