venerdì 14 settembre 2012

Sorprese dallo scavo delle mura di Saepinum

Scavo delle mura di Saepinum
Interessanti novità emergono dalla campagna di scavo 2010/2011 che la Soprintendenza Archeologica ha condotto nel municipium romano di Saepinum, in Molise. La campagna di scavo ha interessato un tratto di cortina della cinta muraria.
Le mura di Saepinum hanno una lunghezza di circa 1270 metri e racchiudono un'area di 12 ettari. Sono state realizzate in opus reticulatum e quasi reticulatum, utilizzando calcare del matese. Nelle mura si aprono quattro accessi monumentali, che sono, anche, lo sbocco delle arterie principali della città, il decumano maximo e il cardo maximo. Le porte sono, in realtà, una sorta di archi trionfali ad unico fornice, con controporta a doppio battente e sono affiancate da due torri circolari. Sempre nelle mura vi è un accesso secondario direttamente collegato al teatro ed una postierla nel tratto rettilineo meridionale.
A Saepinum si sta scavando dal 2000, grazie anche agli introiti provenienti dal gioco del lotto. Oltre allo scavo, si sta procedendo al restauro e questo ha permesso di riportare in luce la cinta muraria cittadina quasi nella sua totalità, tranne che in un breve tratto a sud est, tra lo spigolo orientale e Porta Benevento, che è ancora da scavare. Lo scavo ha anche permesso di stabilire che le torri sono state disposte a distanza regolare - compresa tra gli 80 e i 120 piedi - l'una dall'altra per cui si è calcolato che ve ne dovessero essere 35, di cui 33 a pianta circolare e due a pianta ottagonale.
Unguentari all'interno dell'olla
La campagna 2010/2011 si è particolarmente concentrata tra le torri 30 e 31, quest'ultima con un tratto dello spiccato di oltre due metri di lunghezza definito da alcune lastre calcaree con una fila di blocchetti disposti orizzontalmente e unafila di cubilia spezzati. All'interno la medesima torre presenta l'impiego di 5 lastrine litiche su cui poggia il primo filare dello spiccato (blocchetti con base triangolare).
Un approfondimento dello scavo nell'area della torre 30 ha permesso di ritrovare una piccola olla in ceramica comune, con relativo coperchio. Pur essendo completamente frammentata, l'olla ha potuto essere ricostruita. All'interno conteneva otto unguentari. Le archeologhe Valeria Ceglia e Patrizia Curci ritengono che l'olla e gli unguentari possano riguardare un rito connesso alla costruzione della cinta muraria.

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