sabato 17 luglio 2021

Roma, il cippo di Claudio che spostava il pomerio

Roma, il cippo pomeriale rinvenuto in città
(Foto: roma.repubblica.it

Durante i lavori a piazza Augusto Imperatore è riaffiorato uno dei cippi monumentali in travertino che l'imperatore Claudio fece erigere per segnare i punti in cui passava il pomerio di Roma.
Perfettamente conservato, incastonato nel suo terreno d'origine (oggi in piena falda acquifera), scelto dall'imperatore erede di Tiberio e Caligola, quando nel 49 d.C. decise di ampliare il pomerio, ossia quel "limite" perimetrale sacro, civile e militare della città di Roma. Si tratta di un reperto assai raro per l'archeologia romana, che vanta quasi del tutto integra anche l'iscrizione che ha guidato gli archeologi della Sovrintendenza capitolina (lo studio è di Claudio Parisi Presicce), in accordo con la Soprintendenza speciale di Roma, ad attribuirlo con assoluta certezza all'intervento voluto dall'imperatore Claudio.
Lo scenario è quello del cantiere di riqualificazione di piazza Augusto Imperatore, un'area non certo estranea a ritrovamenti archeologici. Durante i lavori di sbancamento e scavo sono stati numerosi i reperti riemersi. Il cippo, lungo quasi due metri per 74 centimetri di larghezza e 54 di spessore, è stato intercettato, ancora infisso nel terreno, durante la messa in opera del nuovo sistema fognario della piazza. Lo si può ammirare già nella Sala Paladino del Museo dell'Ara Pacis, dove si trova il calco della statua dell'imperatore Claudio.
"Il cippo non poteva essere lasciato nella sua posizione perché rinvenuto a una quota troppo bassa e in piena falda acquifera - spiega la soprintendente Daniela Porro - ma troverà una sua sua giusta collocazione museale. Tuttavia, dopo questa scoperta, nella nuova sistemazione di piazza Augusto Imperatore sarà evidenziato il punto esatto del ritrovamento".
Secondo la Dottoressa Porro, l'allargamento del pomerio, cioè del territorio cittadino, aveva un preciso significato e non solo simbolico, ma funzionale ad accogliere nuovi cittadini. Proprio per la sua importanza e per i suoi significati, il pomerio veniva modificato molto raramente. Seneca, parlando dell'ampliamento effettuato da Claudio, menziona Silla come unico precedente. Tacito cita anche Giulio Cesare. Altre fonti ricordano ampliamenti di Augusto, Nerone, Traiano e Aureliano. Ed è proprio questo che, con l'andamento segnato dai suoi cippi, fa Claudio, dopo la conquista della Britannia: rivendica l'ampliamento dei confini del popolo romano, in una visione articolata che, pur segnando il territorio, non guarda solo ad esso, ma consente di comprendere sguardi politici, filosofia, strategia, perfino ambizioni.
"Fu una decisione anche contrastata - racconta Daniela Porro - perché, come ha spiegato in un saggio lo storico Andrea Giardina, che è membro del Comitato Scientifico della Soprintendenza Speciale di Roma, questo atto si inseriva in una più ampia politica dell'imperatore, osteggiata dal Senato. Giardina ha messo in rilievo come l'allargamento del territorio dell'urbs fosse connesso al proposito dell'imperatore di estendere la cittadinanza romana anche alla Gallia Comata, dove peraltro era nato".
Claudio, secondo la formula di rito, viene ricordato con i suoi titoli e le sue cariche e rivendica l'ampliamento del pomerio, non menzionando territori conquistati, ma sottolineando l'allargamento dei confini del popolo Romano. Anche del confine fisico e civico.

Fonte:
ilmessaggero.it



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