sabato 11 novembre 2023

Sardegna, l'antico tesoretto di Arzachena

Arzachena, il tesoro di monete del IV secolo d.C.
(Foto: archeomedia.net)

E' stato scoperto, nel mare della costa nordorientale della Sardegna, nel territorio di Arzachena, un ricco deposito di follis risalente alla prima metà del IV secolo d.C.
Secondo una prima stima, fatta sulla base del peso complessivo delle monete, il numero delle grandi monete di bronzo si aggirerebbe tra i 30.000 e i 50.000 esemplari. Molte di più, quindi, di quelle rinvenute nel 2013 nel Regno Unito, a Seaton, quando riemersero 22.888 follis. Oltre a queste ultime sono state individuate anche pareti di anfore di produzione africana e, in minor numero, di produzione orientale.
A scoprire i reperti è stato un privato cittadino che, nel corso di un'immersione, ha notato dei resti metallici a poca profondità, non molto distante dalla costa. Il giorno seguente il Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Sassari e Nuoro, insieme con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sardegna e del Nucleo Carabinieri Subacquei della Sardegna hanno eseguito una prima ricognizione del tratto di mare interessato.
Le immersioni hanno rivelato l'esistenza di due macro-aree di dispersione dei follis in un grande spiazzo di sabbia che si apre tra la spiaggia e la posidonia: quest'ultima, per posizione e morfologia del fondale, potrebbe conservare resti cospicui di un relitto.
Tutte le monete prelevate sono in uno stato eccezionale e raro di conservazione. Solo quattro pezzi risultano danneggiati, anche se comunque leggibili. Il contesto cronologico delle monete è riscontrabile in un arco temporale tra il 324 (monetazione di Licinio) ed il 340 d.C. Datazione confermata dalla presenza di monetazione di Costantino il Grande e da quella di tutti gli altri membri della famiglia presenti come cesari ma soprattutto dall'assenza di centenionales, coniati a partire dal 346 d.C. Il gruppo dei follis recuperato proviene da quasi tutte le zecche dell'impero attive in quel periodo ad eccezione di Antiochia, Alessandria e Cartagine.

Fonte:
cultura.gov.it

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