sabato 3 febbraio 2024

Turchia, gli archeologi italiani scoprono gli archivi di Doliche

Turchia, gli scavi dell'archivio della città di Doliche
(Foto: finestresullarte.info)
Gli archeologi dell'Università di Pisa hanno fatto un'importante scoperta in Turchia: da uno scavo è riemerso l'archivio dell'antica città di Doliche, fondata dai Seleucidi. A far riconoscere l'edificio come un archivio, sono state le numerose impronte di sigillo in terracotta ritrovate dagli archeologi. In questo edificio erano conservati i documenti in papiro e pergamena. La città di Doliche fu fondata sotto i successori di Alessandro Magno, i Seleucidi, e chiamata come molte altre fondazioni di quella zona con il nome della città greca da cui i coloni provenivano: Doliche in Tessaglia, vicino al monte Olimpo.
"Il sito dell'antica Doliche è stato oggetto di indagini tedesche già dagli anni Settanta del secolo scorso. - Ha spiegato Margherita Facella, Professoressa di Storia greca nell'Ateneo di Pisa e direttrice della missione pisana. - Dal 2015 un team internazionale sotto la guida del Professor Engelbert Winter ha condotto prospezioni e scavi, portando alla luce i resti di alcuni edifici pubblici, tra i quali delle terme romane. Accanto a queste terme, erano state identificate le tracce di un'altra costruzione, ora parzialmente scavata dai nostri archeologi. Si tratta di un archivio cittadino, come rivelano le numerose impronte di sigillo in terracotta qui trovate: più di 2000 impronte (cosiddette bullae) sono state recuperate nell'area e sottoposte, laddove possibile, a pulizia e restauro. Le impronte di sigillo indicano chiaramente che qui venivano conservati documenti scritti su papiro e pergamena andati poi distrutti a causa di un incendio".
Gli antichi documenti venivano sigillati con cordicelle attorno alle quali erano posti grumi di argilla di piccole dimensioni (0,5-2 cm), spesso frammentate e difficili da riconoscere ad occhio nudo. Su questa argilla venivano impressi anelli, decorati o iscritti, così da poter sigillare i documenti ed impedirne l'apertura. Solo nel caso in cui un archivio sia stato distrutto da un grave incendio, le impronte dei sigilli si possono conservare, in quanto cotte e dunque indurite, mentre i documenti periscono nel fuoco. Nel 253 d.C. il re persiano Shapur I distrusse numerose città nella provincia romana della Siria, inclusa Doliche, come conseguenza di una sanguinosa guerra tra l'Impero Romano e quello dei Sasanidi.
Uno studio preliminare di questi materiali rivela che si tratta sia di sigilli privati come di sigilli ufficiali della città. "Le immagini sui sigilli ufficiali della città sono direttamente collegate alla città. - Ha spiegato Michael Blomer, Professore dell'Università di Munster e visiting professor dell'Università di Pisa nel 2023, che ha co-diretto gli scavi. - Di solito mostrano le divinità più importanti come Giove Dolicheno, il dio principale della città. Le impronte dei sigilli privati più piccoli mostrano una vasta gamma di immagini e simboli che dicono molto sul patrimonio culturale e religioso degli abitanti di Doliche. Figure mitiche e rari ritratti privati indicano una forte influenza greco-romana su questa regione a metà tra Oriente ed Occidente."

Fonte:
finestresullarte.info


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