domenica 20 ottobre 2024

Turchia, la tomba del gladiatore e...di altre dodici persone

Turchia, il sarcofago in cui fu sepolto un gladiatore e altre
12 persone (Foto: Ministero della cultura e del turismo
della Repubblica di Turchia)
Un team di archeologi turchi guidati da Sinan Mimaroglu, Professore associato presso il Dipartimento di storia dell'arte dell'Università Hatay Mustafa Kemal, sta effettuando degli scavi nella basilica bizantina di San Giovanni, a Selcuk, vicino ad Izmir, che hanno appena fornito una scoperta inaspettata: la tomba di un gladiatore romano del III secolo d.C., il cui nome era Eufrate, del quale si sa poco o nulla.
La cosa più sorprendente della scoperta è che questa tomba sarebbe stata riutilizzata successivamente, nel V secolo, e prova di ciò è che dentro sono stati ritrovati i resti ossei di dodici individui. Mimaroglu ha sottolineato che "abbiamo trovato una tomba e tre strutture sepolcrali, con dodici individui all'interno, il che indica che sarebbero state utilizzate in una sepoltura collettiva".
Dopo aver analizzato il sarcofago, i ricercatori suggeriscono che le croci documentate all'interno furono scolpite nel V secolo, mentre quelle sul coperchio potrebbero essere state aggiunte nel VII e VIII secolo.
Anche se questa non è stata l'unica scoperta fatta dagli archeologi nella basilica. Oltre alla tomba del gladiatore, gli esperti sono riusciti a localizzare un canale d'acqua, un sistema di drenaggio, mosaici e varie tombe a soli venti centimetri sotto la costruzione.
La basilica di San Giovanni era un antico luogo di sepoltura che, durante il regno dell'imperatore Giustiniano I, fu trasformato in un edificio a cupola. E' possibile che i resti scheletrici dei dodici individui che furono sepolti lì nel V secolo fossero membri di alto rango della loro comunità, probabilmente appartenenti all'alta borghesia o al clero, poiché è improbabile che una persona comune fosse sepolta in modo così meticoloso all'interno di una chiesa.
Secondo Mimaroglu, i mosaici che ricoprono il pavimento furono collocati nel luogo in cui furono rinvenuti dopo il regno di Giustiniano I. Per quanto riguarda la decorazione del sarcofago, il ricercatore afferma che è molto comune trovare questo tipo di croci incise su sepolcri romani o bizantini.

Fonte:
storicang.it


Israele, scoperta una chiesa bizantina nel sito di Khirbet Tinshemet

Israele, pavimento musivo della chiesa appena trovata
a Khirbet Tinshemet (Foto: Clara Amit - AA)
Importante scoperta nel centro di Israele, nella foresta della comunità di Shoham, lungo il percorso del cosiddetto "Shvil Israele", dove si nasconde il sito archeologico di Khirbet Tinshemet. Qui gli archeologi hanno scoperto una chiesa bizantina risalente al VI secolo d.C.: i ricercatori suggeriscono di identificarla con Beto-Melgasis, una chiesa che appare sul mosaico della leggendaria Mappa di Madaba.
Il sito è stato scavato nel 1983, poi ancora nel 1995. Successivamente fu scoperto un unico e raro medaglione di marmo raffigurante la dea Tyche (Fortuna), considerata la patrona di molte città. Questo medaglione, probabilmente risalente al 582-583 d.C., continua ad incuriosire molti archeologi, poiché è unico nell'arte bizantina. Tyche è una dea greca, quindi è sorprendente trovare una sua effige all'ingresso di una chiesa. Il medaglione riflette un importante legame tra la tradizione pagana e il cristianesimo che stava affacciandosi alla storia.
Si è scoperto che la chiesa è stata dedicata al martire cristiano Bacco, ufficiale dell'esercito romano martirizzato assieme al suo commilitone Sergio, secondo la tradizione, nell'anno 305 d.C., che si rifiutò di sacrificare a Giove. Un'iscrizione rinvenuta al centro della sala principale recita: "Questo luogo appartiene al Signore all'Unico Figlio".
Le monete rinvenute nel sito può dare informazioni anche sull'economia e sul commercio della zona. Queste monete abbracciano un ampio arco temporale che va dal IV all'VIII secolo d.C. Questo intervallo di tempo indica la continuità dell'insediamento e dell'attività economica nel sito che, iniziata nel periodo bizantino, proseguì fino all'inizio del periodo islamico.

Fonte:
finestresullarte.info


Egitto, scoperta la sepoltura di Idi, figlia di un importante governatore

Egitto, la tomba della figlia del governatore
(Foto: finestresullarte.into)
Una missione archeologica egiziano-tedesca, condotta dall'Università di Sohag e la Libera Università di Berlino ha scoperto, all'interno della tomba del governatore Djefai-Hapi, nella regione di Assiut (che Djefai-Hapi amministrò durante il regno del faraone Sesostri I, nel XX secolo a.C.), la camera sepolcrale della figlia del governatore, Idi. Era la sua unica figlia. La scoperta è avvenuta durante i lavori di pulizia che la missione stava svolgendo all'interno della tomba del padre, la più grande d'Egitto tra quelle non appartenenti a sovrani, circostanza che indica la rilevanza di Djefai Hapi, uno dei più importanti governati dei territori dell'Antico Egitto.
La grande importanza della scoperta deriva soprattutto dal fatto che è molto raro trovare due sarcofagi intatti dell'epoca del Medio Regno (2055-1790 a.C. circa): nella tomba di Djefai Hapi ne sono stati, infatti, trovati due, uno dentro l'altro, recanti iscrizioni in geroglifico sia all'interno che all'esterno, che raccontano il viaggio nell'aldilà.
Il sarcofago piccolo è lungo 2,30 metri mentre quello grande ha una lunghezza di 2,62 metri. La camera sepolcrale di Idi è stata trovata a circa 15 metri di profondità, sul lato nord. Nello stesso sito sono state rinvenute anche due statuette, che potrebbero raffigurare proprio la figlia del governatore.
Gli studi preliminari condotti dalla missione archeologica sulla camera sepolcrale hanno rivelato che alcuni tombaroli, in tempi antichi, avevano raggiunto questa camera: la mummia della ragazza era stata, infatti, rimossa e i canopi erano stati distrutti. Gli esami preliminari dei resti ossei della donna rinvenuti nella camera indicano che era deceduta in giovane età, prima dei 40 anni, e aveva un difetto congenito al piede. Il lavoro di pulizia della tomba e gli studi scientifici sulle ossa continueranno a rivelare maggiori informazioni su questo governatore e sua figlia, e sull'era storica in cui hanno vissuto. La scoperta, infatti, è utile per fare luce su questo periodo della storia dell'Egitto, oltre che sulla posizione sociale delle donne nell'epoca del Medio Regno.

Fonte:
finestresullarate.info


Sicilia, scoperta una lussuosa domus romana a Vizzini

Sicilia, il mosaico appena scoperto a Vizzini
(Foto: Johann Bergemann)
Un centro di persone benestanti, case di lusso, una domus con mosaici: è quanto è stato scoperto a Vizzini, in Sicilia, in provincia di Catania, dagli archeologi dell'Università di Gottinga.
L'Università di Gottinga scava da diversi anni a Vizzini e finora hanno portato alla luce i resti di una domus romana con pavimento musivo risalente al II-IV secolo d.C. La domus si trovava a quasi 500 metri sul livello del mare, nei pressi del comune di Vizzini, sulla punta sudorientale della Sicilia, e faceva parte di un insediamento romano.
I ricercatori, guidati dall'archeologo Johannes Bergemann, hanno innanzitutto indagato l'intera area intorno a Vizzini. Nel 2023, alle indagini di superficie, sono seguite indagini geofisiche. sono state rilevate anomalie nel campo geomagnetico della terra e sono state create immagini dettagliate del sottosuolo senza ricorrere allo scavo. Le misurazioni geofisiche hanno portato il gruppo di ricerca ad individuare i resti ora scavati.
La domus giaceva a poca profondità rispetto all'attuale superficie. I suoi resti comprendono una sala di rappresentanza di quasi 100 metri quadrati, il cui pavimento era ricoperto di mosaici. Purtroppo parti del mosaico sono andate distrutte a causa delle operazioni di aratura della superficie.
Le rilevazioni geofisiche, inoltre, hanno rivelato che nella zona c'erano anche altri edifici, in parte simili. In questo luogo, tra il II ed il IV secolo d.C., vivevano persone di rango elevato. Sono state individuate colonne in mattoni ricoperte di stucco e ben dipinte, simili a quelle presenti a Pompei. Sono stati trovati i resti di fontane con vasche in marmo e lussuose ceramiche romane.
Il centro abitativo romano si estendeva, pare, su una superficie di 15 ettari. Le precedenti strutture greche furono sostituite, in epoca romana, da un nuovo sistema insediativo: grandi insediamenti rurali e ville, ovvero centri di produzione agricola che spesso generavano notevoli rendite. L'insediamento era collegato all'interno tramite arterie stradali ma sopravvisse solo per pochi secoli.
Questa scoperta rappresenta un contributo significativo alla comprensione della vita rurale e del sistema insediativo romano in Sicilia, evidenziando il ruolo centrale che la regione svolse nel sistema economico globale del mondo romano.
Vizzini ha ospitato insediamenti sin dall'Età del Bronzo. Durante l'epoca romana la zona era attraversata da importati vie di comunicazione. Prima dell'attuale scoperta sono stati rinvenuti alcuni reperti dell'epoca nelle vicinanze, a testimonianza della presenza romana: resti di antiche strutture e manufatti vari, oggi esposti in musei come il Museo Paolo Orsi di Siracusa.
A circa 60 chilometri da Vizzini si trova la città di Catania che ospita numerosi resti di epoca romana, tra i quali l'Anfiteatro, costruito nel II secolo d.C. Questa struttura poteva ospitare fino a 15.000 spettatori ed è uno dei più grandi del suo genere in Sicilia.

Fonti:
finestresullarte.info
stilearte.it


Cina, rinvenuta la tomba di quello che forse fu il primo imperatore cinese

Cina, la sepoltura di quello che si crede essere
il primo re cinese (Foto: Zhu Guanghua)

Una sepoltura appena scoperta, in Cina, potrebbe appartenere ad un sovrano vissuto nel 5000 a.C. E' la sepoltura più grande tra quelle del periodo, contenente abbondanti offerte, quali più di 200 vasi di ceramica per banchetti e gioielli di giada. I vasi mostrano elementi provenienti dalle regioni orientali, meridionali e occidentali.
La sepoltura, in passato, ha subito diversi e gravi danni. I resti del proprietario sono stati rimossi e molti reperti significativi sono stati saccheggiati. Nella sepoltura sono rimaste solo poche tracce del proprietario: le ossa delle dita dei piedi, custodite nella bara lignea. Sono stati rinvenuti, sparsi sia all'interno che all'esterno della bara, ornamenti di giada insieme a diverse lame cerimoniali in pietra deliberatamente rotte, ad indicare pratiche rituali o atti vandalici di antichi saccheggiatori.
Il sito di Wangzhuang, dove si trova la preziosa sepoltura, è in corso di scavo dal 2023 a cura di un team di archeologi dell'Istituto Provinciale di Archeologia e Patrimonio Culturale dell'Henan, della Capital Normal University di Pechino.
La tomba scoperta appartiene alla cultura Dawenkou (4000 - 2600 a.C.), che fiorì nel Tardo Neolitico. Questa cultura era nota per le sue diverse strategie di sussistenza, che variavano da regione a regione, riflettendo la capacità di adattamento della sua gente a diversi ambienti. Progressi nella ceramica sono stati osservati durante tutto il periodo Dawenkou, tra questi l'invenzione del tornio da ceramiche veloce e migliori tecniche finalizzate al controllo del processo di cottura.
I reperti recuperati dal sito di Wangzhuang indicano che l'area era un melting pot culturale, in tempi antichi. E' evidente l'influenza di varie culture: ci sono elementi provenienti dalla regione orientale della Cina, dalla parte centrale del Paese e persino dal bacino del fiume Yangtze che sono stati rinvenuti tra i reperti.

Fonte:
ancient-origins.net

sabato 19 ottobre 2024

Sicilia, le terme di Halaesa Arconidea, una scoperta sorprendente

Sicilia, il sito archeologico di Halaesa Arconidea a Tusa
(Foto: GettyImages)

Gli scavi in corso ad Halaesa Arconidea, a Tusa, hanno portato alla luce uno dei più grandi complessi termali romani della Sicilia fino ad oggi, mostrando le lussuose strutture dell'antica città.
La città fu fondata da Archonida nel 403 a.C. su una collina che domina la costa tirrenica e la valle del fiume Tusa, e fu una delle prime città siciliane a schierarsi con Roma durante la prima guerra punica (263 a.C.). Per questo motivo fu una delle prime città dell'isola a diventare provincia romana di Sicilia, ottenendo lo status di civitates liberae et immunes, che le consentì di godere di una maggiore autonomia politica e giuridica: era esente dai tributi, come la Decima, la tassa pagata sui prodotti agricoli, e poteva ratificare leggi proprie.
Queste caratteristiche consentirono ad Halaesa Arconidea di svilupparsi economicamente e demograficamente in età repubblicana, trasformandosi in un punto di riferimento per gli scambi commerciali grazie alla sua posizione geografica. In seguito, fu una delle quattro città siciliane ad acquisire lo status di municipium prima della morte di Augusto. Questo le consentiva di conservare i propri magistrati e organi istituzionali.
La scoperta, annunciata lo scorso 6 ottobre, è il risultato della quinta campagna di scavi condotti dall'Università di Palermo in collaborazione con il Parco Archeologico di Tindari e il Comune diTusa.
Il complesso termale, risalente al I secolo a.C., copre un'area di circa 800 metri quadrati. Il pavimento a mosaico di due stanze, un ampio cortile con ali porticate e i resti ben conservati delle terme, offrono uno sguardo eccezionale sulla vita romana nell'antica Halaesa.
Oltre al complesso termale, gli archeologi hanno scoperto un vasto reticolo di strade, un nuovo tratto delle fortificazioni e un complesso monumentale finora sconosciuto.

Fonti:
archeomedia.net (Luigi Bignami)
siviaggia.it
avvenire.it




Montelupo Fiorentino, alla corte del re Ugo

Toscana, gli scavi introno alla chiesa dei SS. Quirico
e Lucia a Montelupo Fiorentino (Foto: stilearte.it)

Una scoperta straordinaria ha riacceso l'interesse per la storia altomedioevale di Montelupo Fiorentino, un'area ricca di segreti sepolti. Durante gli scavi condotti intorno alla chiesa dei SS. Quirico e Lucia, un'équipe dell'Università di Pisa ha portato alla luce i resti di una corte regia longobarda, gettando nuova luce sul periodo di rinascita di questo territorio dopo la caduta dell'impero romano.
Gli archeologi, guidati dal Professor Federico Cantini, hanno ricercato indizi di un'antica corte regia, citata nei documenti storici del 937 d.C. come uno dei beni di re Ugo. Gli scavi si sono rivelati particolarmente fruttuosi: pietre sepolte, ossa, ceramiche e antiche monete romane.
Le indagini archeologiche hanno permesso di individuare un basamento in ciottoli, probabilmente utilizzato per isolare dall'umidità un granaio in legno. Nelle aree circostanti la chiesa, gli scavi hanno rivelato la presenza di un ipogeo, forse una cantina (caneva), crollata e riempita con strati contenenti ossa animali e scorie di lavorazione del ferro. Le ceramiche trovate in quest'area, databili all'inizio dell'XI secolo, insieme a due preziose monete d'argento - una degli Ottoni ed una del marchese Ugo di Toscana - hanno confermato la cronologia dell'abbandono della corte regia.
Un altro ritrovamento intrigante è stato il muro di terrazzamento, di cui solo futuri scavi potranno chiarire la funzione. Nelle vicinanze, una sepoltura, tagliata da fosse di età moderna, ha offerto un ulteriore tassello per ricostruire la complessa stratificazione di questo sito.
Dopo il crollo dell'impero romano, fu proprio grazie alla presenza di strutture come la corte regia che il territorio di Montelupo cominciò a ripopolarsi. Queste corti non erano solo centri di gestione agricola, ma vere e proprie "aziende" del medioevo, che comprendevano granai, cantine, torchi per l'olio e vino, stalle e botteghe artigianali.
La corte di San Quirico, ricordata nelle fonti storiche come un centro vitale per l'amministrazione delle terre longobarde, rappresenta un punto di ripartenza per la comunità locale, segnando l'inizio di un nuovo periodo di prosperità. Questo sviluppo culminerà con la fondazione del castello di Montelupo e la nascita del celebre centro di produzione ceramica.
Nel sistema altomedioevale, la corte regia era un centro di potere e di gestione agricola, in cui venivano amministrate le terre appartenenti al re o al regno. Oltre a produrre risorse alimentari, queste corti servivano da residenza per i funzionari del regno durante i loro spostamenti. La corte regia di San Quirico, sebbene oggi ne restino solo le fondamenta ed alcuni frammenti, offre una finestra sul passato, un passato in cui Montelupo si è affermata come un centro nevralgico del potere longobardo.

Fonte:
stilearte.it

Emerge l'antico acquedotto di Egnazia

Puglia, panorama dell'antica Egnazia
(Foto: stilearte.it)
Un articolato criptoportico che corre sotto l'antica città di Egnazia, un sistema ampio ed ingegnoso per la captazione e la gestione integrata delle acque. Un capolavoro di intelligenza idraulica in una zona che doveva tesaurizzare il liquido prezioso, a fronte di periodi di siccità. Ecco l'interessantissima scoperta avvenuta nel corso degli scavi archeologici del 2024, scavi che hanno restituito un significato ad alcune strutture misteriose rinvenute sotto l'antica città.
Gli archeologi hanno identificato un vero e proprio impianto idraulico, progettato per la captazione e la distribuzione delle acque in tutta la città. L'acqua piovana veniva raccolta e convogliata attraverso un sistema articolato di canali e cisterne.
L'antica città di Egnazia si trova sulla costa adriatica della Puglia e rappresenta uno dei siti archeologici più affascinanti del sud Italia.
Conosciuta in latino come Gnatia o Egnatia, questa città ebbe origine in epoca messapica, ma il suo massimo splendore venne raggiunto durante l'epoca romana. Oggi i resti di Egnazia offrono uno spaccato straordinario della vita urbana e delle tradizioni del periodo classico, evidenziando l'importanza strategica e commerciale di questa città.

Fonti:
stilearte.it
buildingcue.it



Turchia, la tomba del gladiatore e...di altre dodici persone

Turchia, il sarcofago in cui fu sepolto un gladiatore e altre 12 persone (Foto: Ministero della cultura e del turismo della Repubblica di Tu...